Sono venti di guerra quelli che stanno soffiando tra Israele e la Striscia di Gaza. È stata innescata una spirale di violenza che va fermata prima possibile, per evitare che si tramuti in un conflitto aperto. Agli sgombri di famiglie palestinesi da parte degli israeliani ha fatto seguito la violenta reazione di Hamas, con il lancio di centinaia di missili su Israele, che dura tuttora. A sua volta Israele ha scatenato una pioggia di bombardamenti sulla striscia di Gaza, che non si è limitata a colpire i miliziani di Hamas, ma ha provocato decine di vittime tra i civili, tra cui 16 bambini, secondo le fonti palestinesi. Al contempo si sono scatenate rivolte in alcune città di Israele, con violenti scontri tra arabo-isreaeliani e forze dell'ordine, che ci riportano indietro all'epoca dell'intifada. È stato dichiarato lo stato di emergenza e il coprifuoco. In questo clima di guerra gli scontri sembrano destinati a continuare. La tensione è ai massimi livelli, e si sta smarrendo la speranza di poter arrivare ad una pacifica coesistenza tra i due popoli, che vivono uno accanto all'altro. Quello tra Israele e l'autorità palestinese, ma anche tra ebrei e arabi all'interno dello stato israeliano, è un conflitto irrisolto che dura da molti decenni. Un conflitto che in alcuni periodi è "dormiente", per poi riesplodere in tutta la sua violenza non appena viene accesa una scintilla. L'assenza di passi avanti nelle relazioni tra i due popoli ha portato i sostenitori del dialogo di entrambe le parti ad essere emarginati e delegittimati, mentre prendono sempre più il sopravento gli estremisti da una parte e dall'altra. Oggi apprendiamo che le forze armate israeliane hanno pronto un piano per l'invasione da terra della Striscia di Gaza. Se questo piano verrà approvato e reso operativo, sarà guerra totale, con il suo carico di vittime e di distruzione. Di fronte a questo scenario così fosco, ci appelliamo al ruolo dell'ONU affinché riprenda il suo ruolo di garante della pace e della stabilità nelle varie aree del mondo, avviando subito negoziati tra le due parti in conflitto. Il gioco delle alleanze degli Stati favorevoli a Israele e di quelli schierati a favore dei palestinesi non fa altro che alimentare il conflitto. Occorre riuscire da queste logiche di parte e riaffermare l'obiettivo della pace attraverso i canali diplomatici, a difesa delle popolazioni civili di entrambi gli schieramenti. Anche il nostro piccolo Stato ha il dovere di far sentire la sua voce a livello internazionale, e in tal senso ci appelliamo alle autorità istituzionali sammarinesi affinché si facciano portavoce, nei confronti dell'ONU e della comunità internazionale, della necessità di evitare la degenerazione degli scontri tra Israele e Striscia di Gaza in un conflitto a tutto campo. Al più presto va avviato un percorso per affrontare tutti i nodi irrisolti della complessa e drammatica questione israelo-palestinese, per delineare soluzioni che affermino il diritto dei palestinesi alla propria autodeterminazione all'interno di uno Stato pienamente sovrano, e il diritto di Israele alla propria sicurezza.
CSdL