segreteria Industria: 'Nessun ritorno ad una forma di anonimato societario stile anni 90'
Preso atto dell’articolo con cui la testata giornalistica “l’Informazione” ha aperto la pubblicazione di oggi, figurando “il ritorno ad un anonimato societario mascherato”, questa Segreteria di Stato ritiene essenziale fare alcune necessarie precisazioni. Prima di tutto occorre dire che quanto riportato nel testo dell’articolo non solo non è corretto, ma è anche distorsivo oltre che pericoloso per la reputazione del Paese. Nessun ritorno ad una forma di anonimato stile anni 90 è mai stata la volontà della Segreteria all’Industria, degli Ordini professionali che hanno contribuito alla stesura della norma quanto del Governo, della maggioranza ed in generale delle forze politiche tutte che hanno collaborato. Ciò doverosamente chiarito, va poi specificato che non corrisponde alla realtà il fatto che il provvedimento proposto abbia spaccato la maggioranza, anzi con tutta probabilità il provvedimento normativo, che approderà in seconda lettura nel Consiglio di maggio, potrà confermare una visione unitaria di tutto il quadro politico. Ciò per due semplici ma precise ragioni: 1) il testo della norma prima dell’avvio dell’iter legislativo è stato confrontato, in diversi incontri, con tutti i partiti di maggioranza e di opposizione che nessuna osservazione o emendamento hanno sottoposto alla Segreteria sul punto in questione; 2) il testo della norma, al netto di alcune precisazioni, è stato votato favorevolmente ed all’unanimità nell’ambito della competente commissione Finanze, tanto che si è giunti alla nomina di un relatore unico per la presentazione della legge, che quindi ha portato all’elaborazione di una relazione unica e condivisa, di maggioranza e di opposizione. Al netto di strumentalizzazioni politiche e di giochi di potere sarebbe quindi incoerente, non serio e del tutto contraddittorio oltreché incomprensibile, che le forze politiche esprimessero oggi posizioni diverse in Consiglio Grande e Generale. Chiarito anche questo aspetto, vale la pena soffermarsi brevemente sul testo dell’articolo oggetto di critica, sottolineando che il principio espresso non è quello di un anonimato o un anonimato attenuato in stile anni novanta, come qualcuno vorrebbe far credere, ma piuttosto dell’applicazione al mondo imprenditoriale dei principi europei già previsti dalla normativa in materia di protezione dei dati personali (GDPR europeo e legge sammarinese n. 171 dell’anno 2018, con successive modifiche). L’applicazione di tali principi, tra l’altro, porterà di fatto a risultati che non solo incideranno sulla competitività economica e sui costi, ma anche sul tema della sicurezza: nulla di nuovo, in sintesi, rispetto a quanto già oggi ottenibile mediante strumenti già esistenti con cui legittimamente si otterrebbe lo stesso risultato, però con la differenza che oggi verranno gestite interamente dallo Stato, che potrà in ogni momento supervisionare e accedere ad ogni tipo di dato, limitando in questo modo il ruolo di intermediari che, storicamente, hanno in maniera evidente creato problemi al sistema attraverso un uso distorto ed elusivo dello strumento del mandato fiduciario. Confermata e rafforzata quindi la trasparenza e capacità di controllo in capo allo Stato, a cui rimane garantito ogni tipo di accesso in ogni momento e fase, verrà di fatto solamente limitato l’accesso ad alcuni dati da parte di soggetti privati, come del resto già previsto dalla normativa in materia di tutela dei dati personali, non autorizzati dall’ordinamento a conoscerli o a trattarli. Quindi ogni critica, in questo caso, risulta rivolta anche al contenuto di quest’ultima legge e dei principi europei che la regolano.
cs Segreteria Industria
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