Segreteria Lavoro: necessario rispondere nuovamente ad Unas per dare una corretta interpretazione delle cose.
Dal questionario (i cui risultati sono disponibili sul sito www.adesso.sm) è emerso, fra le altre cose, che il 47% delle imprese che hanno risposto hanno avuto difficoltà a reperire il personale di cui hanno avuto o hanno bisogno. Tra queste, il 66,7% circa perché il personale necessario non era disponibile in territorio, il 20% per scarsa adesione ad ipotesi formative o riqualificazione, il 13,2% per altre ragioni.
Di fronte a questa situazione, però, troviamo strana la conclusione di Unas, che critica le scelte fatte dalla Segreteria di Stato. In realtà, è proprio questa evidenza, emersa dal questionario, che ci rafforza nella nostra idea di procedere all’eliminazione della burocrazia e della discrezionalità oggi esistenti nelle assunzioni, sostituendole con la possibilità per le imprese di procedere liberamente all’assunzione del personale necessario, facendo così risparmiare tempo alle imprese, garantendo certezze e possibilità di adattarsi velocemente alle esigenze del mercato.
Riguardo al tema dei costi connessi a questo processo di liberalizzazione, ricordiamo ancora una volta che la Segreteria deve raggiungere contemporaneamente 3 obiettivi:
semplificare la vita delle imprese nel processo di assunzione,
creare meccanismi che rendano conveniente l’assunzione di lavoratori sammarinesi o residenti (che è la nostra più grande priorità),
favorire i processi di formazione interna delle risorse umane sammarinesi o residenti all’interno delle imprese.
Per fare questo, continuiamo a ritenere molto più interessante ed efficiente un meccanismo di “preferenza interna” basato sull’incentivazione economica invece che un meccanismo basato sulla burocrazia e la discrezionalità.
Comprendiamo che l’impresa possa porre particolare attenzione al primo dei tre obiettivi sopra indicati e meno agli altri due, ma ovviamente le priorità del Governo devono essere mirate a raggiungere contemporaneamente tutti e tre.
Anche perché, e questo è un altro dato importante del questionario, solo il 32% delle imprese ha fatto svolgere qualche corso di formazione professionale al suo personale negli ultimi 2 anni e di questi corsi circa il 60% sono quelli obbligatori per legge (salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, antiincendio e primo soccorso, ecc…).
È evidente che c’è molto da lavorare sulla formazione interna alle imprese, condizione necessaria, assieme all’investimento pubblico, per accrescere il livello di capitale umano del sistema economico. Ed è comprensibile che l’obiettivo non sarebbe mai raggiungibile semplificando semplicemente l’assunzione di frontalieri senza altre misure accompagnatorie.
Stiamo cercando di lavorare per raggiungere il miglior equilibrio fra gli obiettivi sopra indicati, in maniera seria e senza facili semplificazioni. E continueremo a muoverci in questa direzione.
comunicato stampa