Segreteria Territorio in difesa del nuovo codice ambientale
Il Segretario Canti: “Questo Esecutivo sta attuando il programma di Governo attraverso un’attenzione differente ai temi ambientali e di tutela del nostro territorio e dei cittadini”.
Il Decreto Delegato 25/2021 che modifica ed aggiorna il Codice Ambientale è frutto dell’attività del Gruppo di Lavoro nominato con Delibera del Congresso di Stato n.36 del 11 febbraio 2020 ed è stato oggetto di confronto con le associazioni di categoria. Gli obiettivi che persegue il Decreto sono: aumentare le responsabilità per i produttori e gestori dei rifiuti; introdurre strumenti volti a garantire maggiori tutele e garanzie nei confronti dello Stato in casi di bonifica eseguita da parte dell’amministrazione pubblica; integrare le norme in materia di gestione dei rifiuti e integrare la disciplina della bonifica dei siti contaminati; inasprire le sanzioni; incentivare la corretta gestione dei rifiuti. Con le modifiche apportate il Codice Ambientale viene aggiornato alle recenti direttive europee nel settore dei rifiuti, in particolare il decreto introduce norme volte ad evitare che ricadano sulla collettività i costi di trasferimento e smaltimento rifiuti stoccati negli impianti di gestione dei rifiuti, in caso di fallimento dell’impresa, nonché volte ad aggiornare le disposizioni in materia di rilascio delle autorizzazioni alla gestione dei rifiuti prevedendo maggiori controlli. Il Decreto disciplina, altresì, nell’ottica di ridurre la produzione dei rifiuti ed incentivare l’economia circolare, i sottoprodotti e le materie prime seconde nell’ambito dei cicli produttivi, allineandoci così alle procedure Italiane ed in particolare a quelle dell’Emilia-Romagna per definire le buone pratiche tecniche e gestionali, nel rispetto delle normative vigenti europee. Viene istituita la figura del Responsabile Tecnico Gestione Rifiuti (RTGR) che svolge azioni dirette ad assicurare la corretta organizzazione nella gestione dei rifiuti da parte dell’impresa e vigila sulla corretta applicazione della normativa di riferimento. Tale figura è nominata per le attività economiche produttrici di rifiuti speciali pericolosi che superano il limite di 100 chilogrammi o 100 litri all’anno e per gli impianti autorizzati allo stoccaggio, trattamento e gestione di rifiuti. Di rilievo l’introduzione dell’obbligo in capo agli impianti autorizzati all’attività di deposito e/o trattamento di rifiuti pericolosi, di ottenere la certificazione ambientale ai sensi della norma ISO 14001 da un ente di certificazione accreditato ACCREDIA e l’obbligo di predisporre il Piano di Ripristino contenente l’indicazione degli interventi funzionali all’attività svolta, le verifiche preliminari, l’individuazione degli interventi da mettere in atto per il ripristino a fine attività e i costi per il ripristino del sito in caso di dismissione. Nelle norme in materia di tutela risarcitoria contro i danni ambientali è stato disciplinato, oltre al danno ambientale, la minaccia imminente di danno ambientale derivante dall’attività di gestione dei rifiuti, disponendo la riparazione mediante l'esperimento dei procedimenti finalizzati a conseguire dal soggetto che lo ha causato, le risorse necessarie a coprire i costi relativi alle misure di riparazione da adottare e non attuate dal medesimo soggetto. Qualora i responsabili non provvedano direttamente agli adempimenti, le procedure e gli interventi di riparazione sono adottati dal Coordinamento della Protezione Civile. Tali interventi costituiscono, attività di pubblico interesse e legittimano l’Ecc.ma Camera a promuovere le procedure ai fini dell’espropriazione dei beni immobili interessati da un danno ambientale o da una minaccia imminente di danno ambientale. L’indennità di espropriazione, determinata in base ai criteri di cui alla Legge n.140/2017, è destinata, in via prioritaria, alla copertura delle spese per gli interventi adottati dall'autorità competente, anche qualora il bene immobile sia gravato da privilegi e/o ipoteche. Al fine di aumentare le responsabilità dei produttori dei rifiuti anche dopo il conferimento dei rifiuti ad un soggetto autorizzato alle attività di recupero e/o di smaltimento di rifiuti, quest’ultimo è tenuto a inviare formale comunicazione al produttore dell’avvenuto smaltimento e/o recupero finale dei rifiuti entro 12 mesi a far data da quella di conferimento. In mancanza restano le responsabilità in capo al produttore. Nella direzione della digitalizzazione e per potenziare il controllo sulle movimentazioni dei rifiuti agevolando così la comunicazione annuale al Catasto dei rifiuti, è adottato, a far data dal 01 ottobre 2022, il registro di carico e scarico in formato digitale, tramite il software Servizi web-UOGA disponibile sul portale www.gov.sm. Si prevede inoltre che anche il formulario di identificazione sia redatto elettronicamente. Al fine di disincentivare gli abbandoni dei rifiuti, sono state inasprite le sanzioni, consentendo, in determinati casi, anche alle Forze di Polizia ed alle Guardie Ecologiche l’emissione diretta di sanzioni amministrative. Il proprietario del sito oggetto di abbandono o il titolare di diritti reali o personali di godimento sul bene viene maggiormente coinvolto nelle attività di rimozione, avvio a recupero o smaltimento dei rifiuti ed al ripristino dello stato dei luoghi, restando fermo il diritto di rivalersi nei confronti del responsabile dell'inquinamento per le spese sostenute e per l'eventuale maggior danno subito. E’ stato introdotto, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030, il divieto di commercializzazione di prodotti in plastica usa e getta. Tutti gli esercenti di attività di somministrazione di cibi e bevande e i distributori automatici sul territorio della Repubblica, dovranno distribuire, in luogo di quelle in plastica, posate, piatti, bicchieri in materiale compostabile. In occasione della ratifica del Decreto il Governo proporrà un emendamento per posticipare i termini di applicazione e salvaguardare i prodotti già confezionati dal produttore iniziale o per escludere dal divieto i contenitori o parte di essi che ancora non hanno un’alternativa tecnicamente ed economicamente sostenibile. Un primo passo concreto per portare di fatto la Repubblica di San Marino ad essere il primo Stato Plastic Free. Nel rispetto dell’Obiettivo 6 dell’Agenda 2030 “Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua”, per migliorare la qualità delle acque riducendo l’inquinamento e il rilascio di prodotti chimici e scorie pericolose, ed al fine di tutelare lo stato ecologico e chimico delle nostre acque superficiali, il Decreto introduce il divieto di recapito di acque reflue industriali in corpi idrici superficiali e su suolo. In materia di tutela del territorio dall’inquinamento acustico è stata demandata la zonizzazione acustica ad un’attenta analisi urbanistica del territorio tramite lo studio della relazione tecnica del piano regolatore generale e delle relative norme tecniche di attuazione, pianificando gli obiettivi ambientali in aree acusticamente omogenee in relazione alle sorgenti sonore esistenti per le quali vengono fissati dei limiti, al fine di fornire un indispensabile strumento di pianificazione dello sviluppo sostenibile del territorio nel rispetto della compatibilità acustica delle diverse previsioni di destinazione d'uso dello stesso e nel contempo individuare le eventuali criticità e i necessari interventi di bonifica per sanare gli inquinamenti acustici esistenti. Stefano Canti (Segretario di Stato per il Territorio e l’Ambiente): “Di fatto le modifiche normative introdotte hanno già prodotto effetti concreti perché attualmente due siti di stoccaggio rifiuti sono oggetto di bonifica. Infatti sono in corso lavori di sgombero e smaltimento dei rifiuti, in uno dei tre siti di Murata a carico della proprietà e nel sito di Faetano a carico del gestore dell’impianto. La partenza di questi lavori di bonifica, non a carico della pubblica amministrazione, rappresentano una prima, significativa vittoria, per tutto il Paese. Probabilmente il Decreto non è stato compreso a pieno dalla politica e dalle associazioni ambientaliste perché nei fatti quanto sopra riportato rappresenta veramente una novità dal punto di vista ambientale per il Paese. Come sempre registro polemiche gratuite anziché apprezzamenti su ciò che è stato fatto. Ribadisco, non è stato semplice contemperare le esigenze di rispetto dell’ambiente con quelle di sviluppo imprenditoriale, ma credo che il risultato raggiunto possa rappresentare la giusta mediazione ed un importante passo in avanti per dare una risposta concreta agli obiettivi che andremo a presentare alle Nazioni Unite con la presentazione del primo Rapporto Nazionale Volontario sugli Obiettivi dell’Agenda 2030 il prossimo Luglio”.
Cs Segreteria Territorio