Quando si parla di telefonia mobile spesso si parte da presupposti erronei o da una visione incompleta della situazione.
Il Governo e l’Amministrazione stanno portando avanti un progetto, redatto tecnicamente dalla società Polab – considerata fra i maggiori esperti a livello nazionale italiano – ed approvato dal Congresso di Stato nell’estate scorsa, con l’obiettivo di raggiungere una copertura efficace del servizio di telefonia mobile nell’intero territorio della Repubblica, che orograficamente presenta alcune difficoltà e certamente molte differenze rispetto ad una grande metropoli in pianura.
Nella valutazione, oltre a considerare le necessità di copertura, si è tenuto conto in primis dell’aspetto essenziale legato all’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici ed alla conseguente necessità di minimizzare gli eventuali rischi per la salute. Questo ha portato ad individuare una rete con determinate caratteristiche in termini di numero di antenne e di altezze delle stesse. Se si fosse optato per una soluzione con tralicci bassi, se ne sarebbero dovuti installare in un numero maggiore e va sottolineato che la bassa altezza comporta un maggior rischio per la salute in quanto persone ed edifici risultano più esposti ai campi elettromagnetici, a maggior ragione con le nuove tecnologie, 4G o 5G.
Si ricorda che l’Amministrazione è impegnata nella realizzazione della struttura portante dell’antenna (traliccio metallico), mentre l’apparato tecnologico e le relative antenne saranno a totale carico dell’operatore, che avrà tutto l’interesse ad utilizzare i servizi di ultima generazione, quindi l’infrastruttura in questione non diventerà mai vecchia.
Va evidenziato che la tecnologia legata all’installazione di “microcelle” o “picocelle” si presta ad essere utilizzata nell’orbita di copertura di un impianto tradizionale non in sostituzione bensì ad integrazione di una rete mobile. L’ipotesi di installare una serie di microcelle pensando che le stesse possano sostituire le antenne tradizionali è priva di fondamento. Le microcelle da sole non garantirebbero una copertura analoga o migliore di quella di una rete tradizionale, in quanto non riuscirebbero a servire l’intero territorio. Va inoltre ricordato che coloro che usano e utilizzeranno per i prossimi anni dispositivi 2G o 3G dovranno poter continuare ad usarli nel territorio sammarinese e dunque ancora per lungo tempo è necessario che le antenne e le microcelle convivano.
Detto questo, certamente ove si potrà in maniera efficace utilizzare la rete in fibra ottica anche per la telefonia mobile lo si farà, ma a condizione che il servizio possa rivelarsi adeguato e degno di un Paese moderno, nel quale i suoi cittadini, i residenti e chi lavora in Repubblica possano comunicare, trasmettere e ricevere dati adeguatamente ed i turisti possano avere l’immediata sensazione di trovarsi in un Paese avanzato.
Infine, si ribadisce che le aree interessate dalla realizzazione delle nuove stazioni radio base sono tutte di proprietà pubblica.
Il Governo e l’Amministrazione stanno portando avanti un progetto, redatto tecnicamente dalla società Polab – considerata fra i maggiori esperti a livello nazionale italiano – ed approvato dal Congresso di Stato nell’estate scorsa, con l’obiettivo di raggiungere una copertura efficace del servizio di telefonia mobile nell’intero territorio della Repubblica, che orograficamente presenta alcune difficoltà e certamente molte differenze rispetto ad una grande metropoli in pianura.
Nella valutazione, oltre a considerare le necessità di copertura, si è tenuto conto in primis dell’aspetto essenziale legato all’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici ed alla conseguente necessità di minimizzare gli eventuali rischi per la salute. Questo ha portato ad individuare una rete con determinate caratteristiche in termini di numero di antenne e di altezze delle stesse. Se si fosse optato per una soluzione con tralicci bassi, se ne sarebbero dovuti installare in un numero maggiore e va sottolineato che la bassa altezza comporta un maggior rischio per la salute in quanto persone ed edifici risultano più esposti ai campi elettromagnetici, a maggior ragione con le nuove tecnologie, 4G o 5G.
Si ricorda che l’Amministrazione è impegnata nella realizzazione della struttura portante dell’antenna (traliccio metallico), mentre l’apparato tecnologico e le relative antenne saranno a totale carico dell’operatore, che avrà tutto l’interesse ad utilizzare i servizi di ultima generazione, quindi l’infrastruttura in questione non diventerà mai vecchia.
Va evidenziato che la tecnologia legata all’installazione di “microcelle” o “picocelle” si presta ad essere utilizzata nell’orbita di copertura di un impianto tradizionale non in sostituzione bensì ad integrazione di una rete mobile. L’ipotesi di installare una serie di microcelle pensando che le stesse possano sostituire le antenne tradizionali è priva di fondamento. Le microcelle da sole non garantirebbero una copertura analoga o migliore di quella di una rete tradizionale, in quanto non riuscirebbero a servire l’intero territorio. Va inoltre ricordato che coloro che usano e utilizzeranno per i prossimi anni dispositivi 2G o 3G dovranno poter continuare ad usarli nel territorio sammarinese e dunque ancora per lungo tempo è necessario che le antenne e le microcelle convivano.
Detto questo, certamente ove si potrà in maniera efficace utilizzare la rete in fibra ottica anche per la telefonia mobile lo si farà, ma a condizione che il servizio possa rivelarsi adeguato e degno di un Paese moderno, nel quale i suoi cittadini, i residenti e chi lavora in Repubblica possano comunicare, trasmettere e ricevere dati adeguatamente ed i turisti possano avere l’immediata sensazione di trovarsi in un Paese avanzato.
Infine, si ribadisce che le aree interessate dalla realizzazione delle nuove stazioni radio base sono tutte di proprietà pubblica.
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