Serve un'attenzione diversa e più forte alla disabilità
Lo ribadiamo ancora una volta, la CRPD, ossia la Convenzione ONU sui diritti delle Persone con Disabilità, non tratta i Diritti di chi a vario titolo si occupa di loro, ma tratta i Diritti della Persona con Disabilità. E' bene ricordarlo perché sembra che a qualcuno ancora non sia del tutto chiaro. Con l’insediamento dell’Esecutivo di Adesso.sm, tre anni fa, si erano create diverse aspettative pensando che vi fosse la volontà di cambiare, superare l’immobilismo, l'indifferenza e, allo stesso tempo, la capacità di coordinare, indirizzare e soprattutto attuare politiche in modo concreto e coerente alla CRPD. Purtroppo (o per fortuna) con l’interruzione anticipata della Legislatura, non possiamo fare altro che osservare il saldo di tale esperienza di Governo. Gli impegni, perlomeno quelli aderenti alla CRPD, sono rimasti tutti lettera morta; ancora una volta la Segreteria di Stato competente ha preferito assecondare gli interessi e le ragioni "del più forte", e così ci ritroviamo con il solito pugno di mosche (o nello stomaco che immaginar si voglia). Senza stare a ripercorrere tutti gli elementi e le pendenze ancora in essere e che attendono risposte (e non il silenzio all’insegna da parte della Dirigenza dell'ISS su questioni come Assistente Personale per la Vita Indipendente, Prontuario Nomenclatore, ICF ecc., che per le persone con disabilità equivalgono a veri e propri strumenti di cittadinanza), è bene guardare avanti e capire cosa poter o dover fare per intraprendere un cambio di rotta risoluto sulla gestione complessiva della disabilità in coerenza con la CRPD. E' chiaro, intanto, come occorra riformare la Commissione sammarinese per l’attuazione della CRDP (CSD ONU), quantomeno riconoscendole adeguate risorse e strumenti per le finalità e competenze di cui è investita ed attribuendole poteri più forti. Altrimenti, e non certo per colpa di chi la presiede o di chi la compone, il suo operato continuerà a risultare ininfluente ed inefficacie. Ad oggi, di fatto opera a titolo volontario e nemmeno con troppa considerazione da parte dei più. Serve un'attenzione più forte alla disabilità, e in questo senso, l'introduzione di una Delega specifica alla Disabilità in capo a una Segreteria di Stato (possibilmente diversa da quella alla Sanità e alla Sicurezza Sociale), rappresenterebbe un forte segnale di cambiamento, culturale e non solo. Si configurerebbe come un punto di rottura dal modello "medicalizzante" della disabilità, la cui sterilità nei confronti del contrasto alla ghettizzazione e (in certi casi) alla segregazione, specie dopo l'età scolare, a San Marino è già stata ampiamente e fin troppo dimostrata. La Repubblica di San Marino essendo Stato Parte della CRPD, lo ricordiamo nuovamente, ha obblighi vincolanti che si estendono a tutte le competenze del suo Ordinamento. Pertanto, oltre ad aver certezza di un interlocutore politico istituzionale di riferimento per gli Uffici preposti e competenti sulle diverse problematiche (Scuola, Lavoro, Salute, Accessibilità, ecc.), per la stessa Commissione CSD ONU e per la cittadinanza, in tal modo si costituirebbe un autorevole snodo centrale con funzioni di coordinamento e di presa in carico sociale trasversale della persona con disabilità che, evidentemente, è interessata da tutte le leggi e le politiche nel loro complesso. Ciò aprirebbe finalmente un orizzonte politico, sociale e culturale nuovo e rivolto veramente verso il paradigma della CRPD. Inoltre, per l’Esecutivo e la maggioranza che arriveranno nei prossimi mesi, recepire queste sollecitazioni sarebbe senz’altro una buona partenza per dimostrare la reale volontà di rispettare, riconoscere e affermare i Diritti delle persone con disabilità.
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