Shuttle Italy Airport, da lunedì una corsa al giorno tra Rimini e Bologna
C’è un settore economico e lavorativo cancellato dall’emergenza Covid 19: il trasporto su gomma privato. L’attività di Shuttle Italy Airport dal 14 marzo a oggi è completamente azzerata: 0 corse, 0 passeggeri. Sono 20 i bus completamente fermi e 25 i dipendenti in cassa integrazione. Per ora anticipata ai lavoratori dall’intervento finanziario dell’azienda. Da gennaio ad aprile 2019 i viaggiatori erano stati 40 mila, quest’anno 18 mila. In termini di perdita effettiva di fatturato, la comparazione tra i due anni vale il segno -90%. In questo scenario Shuttle Italy Airport sceglie di riaprire, lunedì 18 maggio i suoi collegamenti tra Rimini e l’aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna. Sarà un’unica corsa quotidiana in partenza per Bologna (ore 11. 30) e ritorno in riviera alle ore (15.00). Orari stabiliti in relazione alla riapertura dei primi voli di collegamento tra il capoluogo dell’Emilia Romagna e Roma. “Basta osservare i dati del primo gennaio a oggi per capire che cosa è accaduto al Paese e a un’azienda come la nostra, il cui lavoro è trasportare persone all’interno di un bus. Non sono semplici perdite o diminuzione del volume di lavoro, ciò che è accaduto mette a rischio il futuro di un intero comparto produttivo – spiega Roberto Benedettini, amministratore unico Vip Srl, società di gestione delle linee Shuttle Italy Airport – la ripartenza di una corsa al giorno, in questa stagione di solito sono 10, è un segnale di fiducia, di garanzia per un servizio essenziale. Non ancora un segnale di praticabile e concreto rilancio della nostra attività. Oggi, nessuno sa come e quando le persone torneranno a spostarsi, soprattutto a livello internazionale”. “Il nostro servizio è nato e cresciuto all’interno del sistema integrato di mobilità della Regione. Sistema che mette in rete volo, ferro, gomma, servizi pubblici e privati. Siamo uno dei vettori più importanti dell’incoming turistico in tutta la riviera romagnola e fino a Pesaro, Urbino, San Marino – continua Roberto Benedettini – il problema non sono solo le doverose misura di prevenzione sanitarie o la riduzione del numero della capienza di un bus, tenuto conto che un mezzo da 50 persone con soli 15 passeggeri a bordo non si sostiene economicamente, il tema è che se il volume di passeggeri non cresce, ne va del futuro lavorativo e occupazionale dell’impresa. Ripeto: una corsa al giorno è solo ottimismo della volontà. Ma senza altri interventi l’unica prospettiva è tenere mezzi in rimessa, non possiamo assommare a quanto già perso, corse quotidiane economicamente insostenibili. È evidente”. “Per questo, crediamo sia il momento di aprire subito un dialogo con enti e amministrazioni regionali e locali, mirato a una soluzione del problema. Abbiamo di fronte una traversata del deserto lunga almeno fino al prossimo dicembre. Se non troviamo una risposta congrua per sostenere tutte le aziende del trasporto persone private, nel momento in cui si ripartirà davvero, gli shuttle corrono il rischio di non esistere più”, conclude Roberto Benedettini.