Sindacati. Sciopero generale: perché è importante partecipare!
È una vera provocazione la proposta del Segretario Finanze di usare i maggiori introiti fiscali a carico esclusivamente dei lavoratori dipendenti, compresi i frontalieri, e dei pensionati, per finanziare gli interventi contro la povertà. È del tutto contrario alla filosofia degli accordi in via di sottoscrizione con la UE. Le risorse vanno prese, invece, dalla fiscalità generale. Sugli interventi a sostegno della natalità e rivalutazione delle pensioni, si è registrato l’ennesimo generico rinvio a Decreti Delegati. Nuovo appello a partecipare numerosi allo sciopero e a riempire Piazza della Libertà!
I tre Segretari Generali, Enzo Merlini (CSdL), Gianluca Montanari (CDLS), Francesca Busignani (USL), nella conferenza stampa di questa mattina hanno messo a fuoco i motivi dello sciopero generale in programma domani con manifestazione in Piazza della Libertà. Motivi contenuti anche nella lettera inviata questa mattinata al Segretario per le Finanze, in risposta alla sua missiva del giorno prima, e al Congresso di Stato e a tutti i Consiglieri. In premessa, nella missiva i sindacati hanno ribadito come la richiesta di confronto sulla politica dei redditi dal febbraio scorso sia rimasta lettera morta, così come non vi è stato, fino a pochi giorni fa, alcun riscontro alle proposte sindacali inviate il 20 ottobre. "I lavoratori ed i pensionati non hanno ricevuto il rispetto che meritano, e questo è inaccettabile". Viene quindi dato atto che le proposte su reddito minimo familiare, rivalutazione degli assegni familiari e interventi sui mutui ipotecari costituiscono una mediazione accettabile. Sugli interventi a sostegno della natalità e per la rivalutazione delle pensioni, invece, si è registrato l’ennesimo rinvio a Decreti Delegati senza che ne vengano determinati gli orientamenti. Sulla natalità, "servono provvedimenti di più ampio respiro, ma manca totalmente una valutazione nel merito delle nostre proposte, ovvero l’indicazione di un loro accoglimento o meno all’interno dei Decreti, oltre ai relativi tempi." Visto che il termine della legislatura è vicino, rimarrà verosimilmente l’ennesimo generico impegno non portato a compimento. "La questione fiscal drag costituisce una vera e propria provocazione", sottolineano le tre sigle sindacali. "Infatti, abbiamo condiviso che l’applicazione letterale della normativa attuale produrrebbe benefici ai redditi più alti, che sono invece quelli che meno hanno subìto gli effetti dell’inflazione. Eppure, veniamo posti davanti ad un bivio: la sua pedissequa attuazione o l’ennesimo rinvio alla Decretazione in non meglio precisati tempi brevissimi, successivi all’introduzione dell’ICEE." Circa la prima opzione, è una evidente contraddizione rispetto alla valutazione che congiuntamente era stata fatta, ovvero che andrebbe a favore dei redditi più alti. Rispetto alla seconda, nell’incontro col Congresso di Stato si era convenuto che l’introduzione dell’ICEE avrà necessità di un tempo di rodaggio, per valutarne gli effetti in termini di equità. Inoltre, tale opzione prevede di finanziare gli interventi a sostegno dei nuclei familiari in difficoltà (per i quali è stata condivisa la modifica al reddito minimo familiare), non dalla fiscalità generale, come deve essere, ma dai maggiori introiti fiscali derivati esclusivamente dai lavoratori dipendenti e dai pensionati. Utilizzare queste risorse, che provengono anche dai lavoratori frontalieri, per misure che vanno a beneficio dei soli residenti a San Marino, "è tutt’altro che coerente con i principi dell’Accordo di Associazione all’UE, prossimo alla sottoscrizione. È opportuno ricordare che è stata aperta una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia per l’esclusione dei lavoratori non residenti dai benefici dell’assegno unico, mentre le riduzioni contributive per i redditi più bassi hanno coinvolto anche i lavoratori frontalieri, compresi quelli sammarinesi, che lavorano in Italia. Per questi motivi, non condividiamo le due ipotesi di provvedimento da Lei formulate." Il Segretario Gatti ha motivato la sua chiusura alle richieste di sostegno ai redditi più bassi attraverso il fiscal drag (con la massima disponibilità del sindacato a valutare anche altri strumenti), sostenendo che a San Marino vi sono condizioni più favorevoli nei confronti del contesto italiano. Per il sindacato, nonostante queste condizioni, siamo "ben lontani dall’aver coperto la perdita del potere d’acquisto di stipendi e pensioni per oltre 10 punti percentuali. Per questo abbiamo chiesto interventi in favore di tutti i redditi più bassi, per i quali ci saremmo evidentemente ritenuti soddisfatti anche se attuati in misura inferiore a tale valore. La mancata condivisione della nostra ipotesi tecnica non è comunque rilevante, mentre lo è la negazione degli obiettivi cui era rivolta." Rispetto all’affermazione per la quale vi è la necessità di "approfondire le modalità di calcolo", il Sindacato ha ricordato di aver fornito le tabelle appositamente, in modo che si potesse verificare come è stato determinato l’effetto del fiscal drag. Visti gli alti livello di inflazione, è sicuramente verosimile che la base imponibile sia sensibilmente aumentata rispetto al 2021, producendo quindi ulteriori maggiori entrate rispetto ai 10 milioni stimati. "Siamo convinti che le nostre proposte siano equilibrate nelle quantità e nelle finalità e che avrebbero meritato una diversa attenzione, nei tempi e nei contenuti." "Per questi motivi - conclude la lettera - non ci saremmo aspettati un simile comportamento da parte del Governo e della maggioranza che lo sostiene, tanto che abbiamo atteso la visita del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, prima di dichiarare la data dello sciopero generale, confidando negli accordi dell’ultima ora. Ma ci siamo sbagliati." Durante lo sciopero di domani, verrà espressa anche solidarietà ai lavoratori del settore bancario il cui contratto, scaduto da oltre dieci anni, è l'unico che deve essere ancora rinnovato. I Segretari Generali hanno quindi rilanciato il forte appello a tutti i lavoratori, i pensionati e i cittadini a partecipare allo sciopero di domani, astenendosi dal lavoro e unendosi al corteo che da Piazza delle Nazioni Unite (raduno a partire dalle ore 8.30), sfocerà in Piazza della Libertà per manifestare davanti alle porte di Palazzo Pubblico, durante la riunione Consigliare.
CSdL - CDLS - USL
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