Sit-in contro il Des, sindacati: "No al Paese delle residenze fiscali privilegiate!" - Domani (mercoledì 5 aprile) ore 8.45 appuntamento in Piazza della Libertà Esterni Posta in arrivo
San Marino tornerebbe ad essere a tutti gli effetti un paradiso fiscale, basato su imposte ridicole per migliaia di persone. È opportuno che il Governo fermi l’iter di questo controverso progetto di legge e riprenda la concertazione con le parti sociali
L’incontro svoltosi ieri con il Segretario di Stato per le Finanze non ha fugato le “perplessità” delle tre organizzazioni sindacali, che confermano la manifestazione di domani alle ore 8.45 in Piazza della Libertà. Gli emendamenti illustrati accoglierebbero alcune osservazioni effettuate dal sindacato, ma la struttura e l’obiettivo del provvedimento rimane sostanzialmente inalterata, ovvero agevolazioni fiscali elevatissime per gli investitori e, soprattutto, residenze fiscali privilegiate a soggetti facoltosi. Su quest’ultimo punto, il Segretario di Stato alle Finanze Marco Gatti, supportato dal parere dei tecnici, ha ribadito che è principio consolidato il fatto che i redditi prodotti in un qualunque Paese vadano tassati in base al regime fiscale ivi previsto. In altre parole, facendo un semplice esempio, chiunque faccia operazioni finanziarie con un click dal proprio pc, deve pagare le imposte sul reddito prodotto nel luogo in cui si trovava in quel momento. Le residenze fiscali non domiciliate servirebbero quindi ad attrarre persone che, pur facendo operazioni legittime in base al diritto internazionale, scelgano San Marino per pagare tasse irrisorie. Non ci consola il fatto che potrebbero farlo da qualche altra parte e soprattutto non ci rassicura affatto quanto detto riguardo agli indispensabili ed approfonditi controlli sui personaggi facoltosi che approderanno nel nostro Paese: rimettere in discussione l’affidabilità e la serietà del nostro “sistema Paese” è un rischio troppo rilevante che non va sottovalutato e che non possiamo correre. Parlando degli aspetti fiscali, guadagni anche milionari sarebbero quindi tassati al 5% o, addirittura, nella misura forfetaria di 10.000 euro, senza neanche presentare la dichiarazione dei redditi al fisco sammarinese. Qualora il Paese di residenza chiedesse conto dei guadagni di queste persone, San Marino attesterebbe che nel periodo in cui sono stati prodotti erano sul Monte Titano e quindi sono stati assoggettati al nostro regime fiscale. Tutto legittimo, sulla carta, salvo che il nostro Paese tornerebbe ad essere a tutti gli effetti un paradiso fiscale, basato su imposte ridicole per migliaia di persone che transitano all’ombra delle Tre Torri mentre si prospetta all’orizzonte una riforma dell’IGR che, quasi sicuramente, aumenterà il peso della tassazione sulle spalle dei cittadini sammarinesi e, molto probabilmente, interverrà anche pesantemente sulle deduzioni e detrazioni fiscali. Insomma in poche parole il Governo, accelerando l’iter del DES, vuol scegliere la deprecabile e opaca strada di uno sviluppo parassitario fondato sul differenziale fiscale anziché investire in progetti di sviluppo, condivisi con le parti sociali, legati all’economia reale. Non crediamo che ciò sia lo sviluppo economico di cui ha bisogno San Marino. Di fronte a questi ed a tanti altri dubbi sarebbe opportuno che il Governo fermasse l’iter di questo controverso progetto di legge e ripartisse l’iter della concertazione con le parti sociali, superando i molti lati ambigui e discutibili del testo attuale.
c.s. CSdL - CDLS - USL
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