
Inviamo di seguito la posizione di un gruppo di Soci dell’ENTE CASSA DI FAETANO in merito alla possibile cessione del pacchetto di maggioranza della Banca di San Marino ad un investitore straniero.
La Banca di San Marino rappresenta l’ultimo baluardo del sistema di credito cooperativo, della visione e della concreta attuazione, in più di un secolo di operatività, della banca a partecipazione popolare (public company). Nella vicina Italia e in Europa il credito di origine rurale e cooperativa continua a rivestire un importante ruolo di servizio alle comunità ed alle realtà economiche spesso trascurate dai grandi gruppi bancari.
Anche per il sistema bancario e finanziario sammarinese poter contare su Istituti di credito differenziati nella natura costitutiva e nel modello di business è una ricchezza. Banca di San Marino ha sempre rappresentato il tipico istituto di credito locale, legato fortemente alla comunità, dapprima faetanese, ma da oltre quarant’anni al servizio di tutto il territorio sammarinese, con l’attenzione e la flessibilità tipiche di una Banca con forte vocazione locale.
Banca del territorio, per il territorio, controllata da una fondazione, l’Ente Cassa di Faetano, che conta oltre 450 soci cittadini sammarinesi.
Il prossimo 12 aprile l’Assemblea dei soci dell’Ente Cassa di Faetano sarà chiamata a rinnegare questa storia e, ancor peggio, le proprie radici. All’ordine del giorno infatti c’è la proposta di eliminare il vincolo del 51% quale quota minima detenuta dall’ Ente Cassa di Faetano del capitale sociale di Banca di San Marino. Lo scopo è chiaramente quello di vendere la Banca, relegando così l’Ente ad un ruolo marginale nei processi decisionali, impedendo di fatto di consentire allo stesso Ente di svolgere – come fatto sinora grazie al vincolo del 51% - un ruolo di controllo e baluardo di difesa dell’interesse generale della collettività rispetto ad eventuali azioni speculative o a discutibili interessamenti di gruppi economici e di potere esterni a San Marino.
Con la prospettiva dell’Accordo di Associazione tra San Marino e l’Unione Europea, accelerare in questo momento la cessione della Banca riteniamo che possa comportare un possibile danno per chi deve cedere la maggioranza, con la probabile rinuncia a beneficiare nel prossimo futuro ad opportunità sicuramente migliori. La Banca di San Marino vanta una raccolta totale di oltre un miliardo di euro e negli ultimi tre anni ha prodotto risultati lordi di gestione di complessivi 18 milioni di euro che hanno consentito, dopo significativi accantonamenti e rettifiche, di chiudere comunque i propri bilanci in utile.
Prima di dare mandato all’attuale CdA dell’Ente Cassa di Faetano, che è in scadenza a maggio 2025, di vendere in modo affrettato il pacchetto di maggioranza ad un soggetto estero (di cui non si conosce ufficialmente quasi nulla), si ritiene opportuno promuovere la sottoscrizione di un finanziamento soci remunerativo, con scadenza a cinque anni, quale strumento ponte in attesa di individuare un player finanziario di elevato standing e di ineccepibile affidabilità interessato ad investire seriamente nella banca.
Il Comitato Soci ECF per l’indipendenza di BSM, promotore di questa iniziativa, chiama a raccolta tutti i cittadini sammarinesi, interessati alla salvaguardia della sovranità dello Stato di San Marino: una sovranità che passa in primis dall’indipendenza e autonomia del proprio sistema bancario e finanziario da qualsivoglia soggetto estero.
Banca di San Marino non ha mai usufruito di aiuti di Stato e ha garantito in 100 anni di storia risorse finanziarie a famiglie e imprese, inclusi concorrenti diretti in difficoltà, consolidando la sua posizione sul mercato. Crediamo meriti maggiore attenzione e considerazione da parte della società sammarinese, della politica, delle forze economiche e sociali e degli altri stake holders.
Comunicato stampa
Comitato Soci ECF per l’indipendenza di BSM