Squilla il cellulare dei servizi sociali; in 5 giorni 90 telefonate, 24 spese a domicilio, 20 consegne di farmaci e 17 pasti attivati per anziani soli
Il cellulare dei servizi sociali ha già iniziato a squillare. È un numero di telefono (0541-704.000 oppure 339-7729127) che risponde dal lunedì al venerdì, dalle 8.30 alle 18 e sabato dalle 8.30 alle 18. Il Comune di Rimini lo ha dedicato da mercoledì 11 marzo per creare un canale preferenziale dedicato agli anziani perché, in queste settimane di emergenza sanitaria sono proprio loro, gli over 65, le persone più a rischio. In questi primissimi giorni di attivazione del servizio si sono registrate 90 telefonate, 24 spese consegnate a domicilio, 20 consegne di farmaci e 17 pasti attivati per anziani soli. Oltre ai servizi domiciliari vengono richieste informazioni sugli spostamenti e sulle norme di comportamento da seguire in questo periodo. Un servizio dedicato ai soggetti più vulnerabili grazie alla collaborazione con Auser, Caritas, Croce Rossa, una serie di numeri di assistenza a domicilio per le persone anziane ultra 65enni – o affette da problematiche sanitarie - per evitare che escano di casa. Per segnalare persone in difficoltà di qualsiasi genere, la cui condizione è aggravata dalle misure restrittive previste nei decreti governativi chiamare il numero 0541-704.000 oppure 339-7729127 (sportello sociale Comune di Rimini. Si tratta di servizi già attivi per le persone non autosufficienti che vengono estese temporaneamente alle persone più vulnerabili al virus. "Il numero dei contatti prosegue ogni giorno - spiegano gli assistenti sociali del Comune di Rimini - con un ritmo di una quindicina di richieste in più al giorno. La priorità va a chi aveva criticità pregresse e a chi, pur non conosciuto in precedenza - è o da solo, o con i famigliari in quarantena e, dunque, impossibilitati a uscire. è importante ribadire che tutti coloro che hanno figli o parenti vicini, possono recarsi loro a fare la spesa e recarsi a domicilio a portargliela. A molti anziani ribadiamo che non è un divieto, molti sono preoccupati di non far uscire i loro figli o nipoti, ma a loro spieghiamo che possono farlo".