Le TLC nelle mani dei cinesi
La novita' in questione riguarda il divieto per le aziende americane, decretato dal presidente americano Trump per la durata di 7 anni, di vendere a ZTE prodotti con tecnologia statunitense, in seguito all'accusa di avere violato l’embargo contro Iran e Corea del nord oltre a problematiche legate alla riservatezza delle comunicazioni e alla sicurezza nazionale.
Non un bel biglietto da visita per un'azienda che dovrebbe gestire una grande mole di dati sensibili dei cittadini e dei visitatori della Repubblica. Nonostante la smentita dell’Amministratore Delegato di ZTE Italia in merito al blocco dell’operatività dell’Azienda permangono forti dubbi sul futuro della Società se nei prossimi mesi non dovesse risolversi il braccio di ferro con gli Stati Uniti. Il rischio di investire milioni di euro in tecnologia e di rimanere con il cerino in mano in questa fase è altissimo e si rischia di dover pagare le conseguenze di questa guerra fredda tecnologica.
È l’ennesimo problema che si presenta sulla strada di questo progetto, portato avanti nonostante tutte le contraddizioni emerse chiaramente fin da subito.
La rappresentanza sindacale ricorda ai responsabili istituzionali di essere sempre in attesa di risposte in merito agli sviluppi di questa iniziativa, per la quale emergono continue criticità, e pone l’accento sulle sue conseguenze, che metteranno in pericolo posti di lavoro, causeranno una spesa pubblica enorme, mentre si chiedono sacrifici ai Cittadini con la Patrimoniale, basandosi sulla scelta di partner stranieri senza alcuna gara pubblica, né per la realizzazione né per la gestione attuale e futura.
La rappresentanza sindacale di TIM San Marino auspica di ricevere quanto prima le risposte ai dubbi e alle forti preoccupazioni espresse dai lavoratori, culminati con lo sciopero del 25/01/2018 e manifestate anche nell’ultimo incontro con le Segreterie di Stato competenti.
Comunicato stampa dipendenti Tim