Gli aumenti generalizzati si sono abbattuti anche sulle bollette dell’acqua come in tanti in questi giorni ci segnalano. Tali aumenti sono stati deliberati lo scorso anno e prevedono tariffe che sono salite e saliranno progressivamente. Stando a quanto riportato sulle tabelle pubblicate sul sito di AASS, un primo aumento del 10% è stato calcolato dal primo aprile 2022 mentre dal primo gennaio 2023 è scattato un ulteriore aumento, infine, dal primo gennaio 2024 se ne aggiungerà un ennesimo che impatterà per una percentuale totale del 30% su tutti gli scaglioni. L’Autorità di Regolazione per i Servizi Pubblici e l’Energia avendo ricevuto da AASS la richiesta di aumentare le tariffe ha accolto tale richiesta solo in parte perché si legge nella delibera n. 2 del 31 marzo 2022: “La richiesta di aumento delle tariffe acqua potabile, contrariamente alle recenti richieste di adeguamento tariffe energia elettrica e gas, non si basa su un oggettivo andamento del mercato [...] un valore economico adeguato, si traduce in un chiaro messaggio ai cittadini sull’importanza della risorsa e sull’evitarne ogni spreco. [...] che l’aumento tariffario, non del tutto legato a vere esigenze di mercato e di aumento dei costi della materia prima, debba essere più contenuto rispetto a quanto proposto da A.A.S.S”. Dunque, a fronte di un costo non oggettivamente imputabile al mercato, l’acqua viene fatta pagare di più ai consumatori, sia per ragioni legate al bilancio di AASS, sia perché ricevano il chiaro messaggio che essa è un bene prezioso e non deve andare sprecato. Della serie, il fine giustifica i mezzi. Si trattano, cioè, i cittadini alla stregua di bambini cui impartire ‘costose’ lezioncine, invece che ottimizzare il servizio per monitorarne realmente l’andamento. Si ha ormai la sensazione che a pagare siano sempre le stesse persone e che dietro alla superficie di principi certamente condivisibili, compreso quello di non sprecare l’acqua, ci sia chi sta portando avanti, a livello globale, interessi che poi si materializzano in quei famosi extraprofitti che il fondo monetario internazionale ha quantificato in un più 45% e a livello sammarinese, in quel gettito in entrata per AASS che serve a far cassa. Per evitare gli sprechi non è certo indispensabile aumentare le tariffe, specie se la materia prima non ha subito gli stessi aumenti. Forse uno dei primi passi da fare sarebbe garantire letture reali e chiare, con intervalli di tempo non superiori ai 3 mesi, che servirebbero anche a scongiurare eventuali perdite ad ogni emissione di fattura. Così facendo si premierebbero effettivamente quei consumatori virtuosi e si individuerebbero con certezza gli eventuali spreconi. Ci giunge voce che oltretutto, fermo in qualche cassetto, il progetto quasi interamente finanziato e quindi senza far pagare nuova strumentazione alle persone, per le letture da remoto di tutte le utenze, ci sia da tempo. Ad oggi purtroppo ci sono tantissimi cittadini che ricevono fatture i cui consumi sono totalmente stimati, e quelle non stimate hanno, pur essendo del 2023, voci risalenti addirittura al 2020: ci chiediamo come faccia un consumatore a verificare i reali consumi. Questo non certo perché non vi sia l’impegno dei lavoratori di AASS, che è sempre stato massimo. Inoltre, al contrario della vicina Italia, dove si aprono tavoli per affrontare le tematiche dei rincari, a San Marino si mettono le mani in tasca alle persone senza neppure interagire con le Assoconsumatori, al fine di poter affrontare la problematica a monte e ricercare soluzioni che non siano solo quelle più facili. Cioè, gravare sul potere di spesa dei consumatori.
Cs - UCS