UDS: votate le donne di valore per una democrazia davvero paritaria
Nessuna donna vorrebbe parlare di parità di genere, ma se ne parliamo significa che il problema è reale e concreto, e che le donne lo vivono sulla loro pelle ogni giorno, nel mondo del lavoro, nella vita privata e in politica. O vogliamo negare anche questo? Oggi San Marino ha una rappresentanza politica femminile che ha toccato il massimo storico nel 2019 con il 26,66%, raggiunto dopo ben 45 anni in cui le donne possono entrare in Consiglio Grande e Generale. Sintetizzare il problema della democrazia paritaria con le "quote rosa" è l'offesa più grande che si possa fare al genere femminile. Le donne vogliono essere considerate per quello che valgono. Ovvio, chi non lo vorrebbe? Ma come mai il merito viene sottolineato solamente quando si parla delle donne? Perché il valore degli uomini candidati non ha bisogno di garanzie? Se partiamo dal presupposto che tutti i candidati, uomini o donne che siano, debbano essere competenti e validi, perché si tende a pensare che le candidate donne non lo siano e che debbano quindi “dimostrare” più degli uomini il proprio valore? Perché quando si sottolinea la disparità di genere nella rappresentanza politica, si crede che il problema sia della qualità delle candidate e non di un retaggio culturale che tende ad assegnare agli uomini i ruoli del potere? Per UDS non si può prescindere dalla presa di coscienza di una situazione gravemente iniqua, una questione di democrazia e di giustizia che pone San Marino tra i paesi meno paritari del mondo, addirittura dopo Iraq e Afghanistan. Quello che chiediamo è di dare la possibilità alle donne di valore di partecipare alla vita politica aumentando la loro presenza nei luoghi decisionali affinché, dall’interno delle istituzioni, possano cambiare un sistema che ostacola ancora oggi la loro partecipazione attiva. Perché, se continuiamo così e non sollecitiamo un cambiamento, la democrazia paritaria a San Marino la vedremo, se ci va bene, tra 30 anni. Unione Donne Sammarinesi