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UIP, Terenzi: “L’imperativo morale ed economico per una migrazione più equa, ragionevole e umana”

21 ott 2015
Gian Franco Terenzi
Gian Franco Terenzi
Presidente,
Onorevoli colleghi,

l’occasione della presente assemblea invita tutti noi a confrontarci su un tema complesso e di dolorosa attualità. I massicci movimenti migratori ai quali stiamo assistendo ci impongono una riflessione sui fattori economici e sociali che spingono a spostarsi dal proprio Paese di origine, ma anche sull’approccio verso le sfide che attendono i Paesi di transito e di destinazione.

Il quadro di forte instabilità politica e di crisi finanziaria globale ha infatti determinato una crescita delle migrazioni nelle cause e nell’impatto su Paesi, migranti e famiglie.

Diversi sono i fattori che producono questi fenomeni e complessa è la raccolta dei dati riferiti ad essi. Oggi infatti, a motivazioni di tipo economico legate alla ricerca di opportunità di lavoro e di migliori condizioni di vita si aggiungono conflitti, atti terroristici e persecuzioni religiose, che costringono intere popolazioni ad allontanarsi dal proprio Paese e ad affrontare viaggi disumani, spesso senza
conoscerne la destinazione.

Tra gennaio e agosto di quest’anno, solo il numero di ingressi in Unione Europea è stato di oltre 350 mila ed è destinato ad aumentare ancora. Questi numeri mettono a dura prova la capacità di accoglienza dei nostri Paesi. D’altra parte, assistiamo con preoccupazione ai tragici sviluppi delle vicende legate alla crisi migratoria, che quotidianamente ci pongono di fronte a storie disperate e ad
immagini drammatiche, che non possiamo ignorare.

Le sfide sono molteplici e richiedono risposte immediate: sono necessari servizi efficaci di accoglienza, contributi finanziari per sostenere le strutture esistenti e una gestione più umana dei flussi migratori, che assicuri condizioni dignitose e il pieno rispetto dei diritti umani in conformità alle norme disposte dal diritto internazionale.

Oltre a ciò, dobbiamo chiedere ai nostri Paesi una maggiore cooperazione in termini di assistenza alle comunità di origine e di destinazione, una riforma dei provvedimenti in materia di concessione di asilo e un sostegno concreto alle
organizzazioni internazionali che operano per fornire supporto ed elaborare programmi in favore dei rifugiati.

L’emergenza umanitaria nei suoi aspetti quotidiani legati all’alimentazione, all’alloggio, all’assistenza medica è responsabilità di tutti. La comunità internazionale, la politica, le nostre società devono sentirsi chiamate ad un impegno comune per far fronte a questa crisi senza precedenti ed unire le forze al di là delle diversità religiose, sociali e culturali.

Affinché la globalizzazione dell’indifferenza di cui parla il Santo Padre lasci il posto alla solidarietà, non è sufficiente applaudire gli sforzi dei Paesi che quotidianamente offrono primo soccorso a profughi e rifugiati: la nostra priorità deve essere quella di assicurare una risposta coerente con i nostri valori fondamentali, che si preoccupi anche di identificare ed affrontare situazioni di migrazioni irregolari, sfruttamento e violenze. La lotta alla tratta di esseri umani, in particolare di donne e bambini deve essere ancora una volta un richiamo alla condivisione tra gli Stati, alla vicinanza nei confronti delle vittime innocenti, alla ferma condanna di ogni forma di violenza.

Il mio Paese, la Repubblica di San Marino, piccolo certamente nelle dimensioni ma dalla ricca storia di accoglienza, si è interrogato sugli interventi da poter attuare con le risorse a propria disposizione.

Accanto agli impegni legati alle organizzazioni internazionali di cui facciamo parte, stiamo infatti valutando azioni dirette di solidarietà in collaborazione con l’Alto Commissariato dell’ONU per i Rifugiati e che il nostro Parlamento ha deciso di sostenere all’unanimità.

In particolare, San Marino ha attivato un Comitato di Coordinamento su iniziativa del Governo, per offrire una risposta di ospitalità ai minori allontanati temporaneamente dai genitori, rapportandosi con le associazioni e le realtà di volontariato e tenendo conto delle peculiarità del nostro territorio.

Presidente,
Onorevoli colleghi,

L’emigrazione rappresenta un capitolo importante per molti dei nostri Paesi. La storia di ieri, che oggi si ripete per tanti individui e famiglie in toni così drammatici, ci deve indurre al rispetto della dignità di ognuno, nella convinzione che ognuno di noi possa e debba dare il proprio contributo per scrivere una pagina di speranza.

Grazie.

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