Una politica che deve fortificarsi nei valori di democrazia e libertà
Nella giornata di ieri, durante il Comma Comunicazioni in Consiglio Grande e Generale, molti sono stati i richiami ai concetti di democrazia e di libertà, partendo anzitutto dal doveroso e sentito ringraziamento alle loro Eccellenze per aver organizzato una manifestazione di altissimo livello il 28 luglio per celebrare la giornata della liberazione dal fascismo. L’auspicio è che la solennità e il prestigio restituiti a questo evento fondamentale della storia restino per sempre, con identico lustro, nel nostro cerimoniale. In molti interventi è poi trasparita la preoccupazione per quanto sta accadendo a livello internazionale; ad esempio in Venezuela, a seguito delle recenti elezioni, o in altri Paesi dove la democrazia vacilla e lascia spazio a uomini forti che sono pronti a tutto pur di soggiogare la libertà d’espressione la volontà popolare di potersi esprimere e autodeterminarsi. Rispetto a questi aspetti è fondamentale riflettere su un tema per me decisivo, un leitmotiv vitale per il nostro Paese. È la capacità politica di porre al centro i valori di democrazia e libertà. Perché parlo di questo, in un momento in cui il dibattito potrebbe potenzialmente concentrarsi su altri temi, come quelli che abbiamo sentito ieri in Aula, dalle residenze fiscali alle manifestazioni turistiche? Perché non possiamo prescindere dal metodo con il quale noi politici ci confrontiamo. È dovere di ogni consigliere della Repubblica ascoltare gli interventi dei propri colleghi e invece, troppo spesso, durante gli interventi, osserviamo scene da “bar” che sminuiscono il lavoro del nostro parlamento. È qui che inizia a tentennare il concetto democratico, ed è qui che comincia a vacillare l’autorevolezza della politica. Non sono intervenuto a tal proposito in comma comunicazioni perché ritengo che la cronaca parlamentare resti a disposizione dello scrutinio di tutta la cittadinanza. Lo faccio per incentivare una riflessione comune su questi concetti nel momento in un cui il Consiglio Grande e Generale è concentrato proprio sulle istanze d’Arengo, un patrimonio sammarinese di democrazia diretta. Le istanze testimoniano l’alto livello democratico e consentono a cittadini e cittadine d’influire direttamente nell’agenda politica. Ciò detto, la politica deve però ritrovare la capacità di dare seguito a tali istanze e rispettare la legalità dello Stato di diritto. In effetti, molte istanze, approvate e legittimate, non sono mai state realizzate, nonostante la legge imponga una scadenza di sei mesi. Risuona perciò un allarme: la politica deve essere concreta, seria, virtuosa. Deve rispettare la legge, portando avanti le istanze approvate e con esse la condivisione responsabile della nostra democrazia con la società sammarinese, nel rispetto di ogni ruolo. È solo un contesto di serietà e legalità che dà forza alla politica e vitalità alla società. Esso permette di nascere a nuove associazioni, realtà giovanili e, in un parola, al pluralismo di questo paese. Noi dobbiamo rafforzarci nei valori della libertà e della democrazia celebrati il 28 luglio, nei valori fondanti di questa Repubblica. Dobbiamo crescere e continuare a maturare, contrastando ciò che inficia la nostra democrazia. Rivolgo perciò anzitutto un appello a cittadini e cittadine, associazioni e corpi intermedi, perché siano ancora più attivi, portando una scossa partecipativa alla vita politica del nostro Stato. Lo rivolgo poi alla politica, perché sia luogo di ascolto, condivisione e progetto e – perché no – sia capace anche di sognare insieme al popolo, coinvolgendo le basi dei partiti con un rinnovato metodo di condivisione e non improvvisandosi all’ultimo minuto; o peggio, compromettendosi con volontà che molto spesso sono di altri, di poteri esterni alla politica ed estranei all’interesse generale. Le sembianze di molte finte democrazie che proliferano attorno a noi sono un monito per tutti.
cs Lorenzo Bugli Consigliere PDCS
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