Università Contadina lancia l'appello per una maggiore indipendenza produttiva e distributiva agroalimentare a San Marino
COVID-19 è la nuova grande armata nemica che avanza tra noi. Non ci resta che prevederne le prossime mosse, perché il prepararsi alla guerra è l'arma che serve per poterla sopportare. Il comparto alimentare di ogni nazione sarà il prossimo baluardo soggetto all'attacco del virus, il subdolo nemico. Le munizioni da distribuire a questo nostro combattente sono prossime all'esaurimento, ovvero il denaro necessario all'approvvigionamento, la cui distribuzione è ancora soggetta, anacronisticamente vista la situazione di emergenza, alla ferrea regola della domanda e dell'offerta. Nella nostra piccola Repubblica di San Marino, realtà non compresa nei maxi sistemi di salvaguardia temporanea alla lotta al COVID-19, la crisi dell'evento in atto è possibile che ci vedrà in una situazione molto più pesante che in altri Stati. Per questa ragione dobbiamo prepararci, tutti, ad affrontare l'allestimento di grandi “orti, oliveti, granai, allevamenti e laghetti di guerra" pronti a far fronte alla grave crisi che colpirà la distribuzione alimentare nel nostro amato territorio. Con questo pensiero UNI.CO. ® Università Contadina rivolge un appello a tutto il comparto agricolo e di trasformazione alimentare sammarinese affinché si cominci, sin da subito, ad avviare un'organizzazione produttiva e distributiva efficace ed efficiente delle derrate alimentari di prima necessità vista la situazione di emergenza in atto. Agricoltori, allevatori, distributori, volontari e quanti altri dovranno trovare uno schema organizzativo per potenziare, riconvertire aziende e terreni, creare risorse idriche, coltivare, raccogliere, avviare e stoccare produzioni agro alimentari così come determinarne le modalità distributive. E' fondamentale, in aggiunta, che la politica sia al fianco delle aziende e dei privati del settore snellendo la burocrazia in generale, incentivando lo sviluppo delle produzioni favorendo la messa a coltura dei terreni incolti, decretare inoltre il veloce via libera all'utilizzo dei capannoni artigianali/industriali come nuove sedi per le colture idroponiche o per altre destinazioni utili al sistema, potenziando i laboratori di valutazione di salubrità degli alimenti e delle acque, laddove si sia carenti. In pratica attenuare al massimo quella che è la dipendenza con l'esterno, Italia compresa. Perché non bisogna dimenticare che di tutte le filiere industriali quella agro-alimentare è la più complessa in termini assoluti. E' legata a variabili imprevedibili ed imprescindibili, dettate sia da madre natura sia dall'abbinamento alla rete complessa dell'indotto industriale di trasformazione (chimica alimentare, macchinari, polimeri, tessile e non tessile, confezionamento, etichettatura e marcatura, logistica, ecc., ecc.) nonché dall'importantissimo e complesso indotto logistico dei rifornimenti e della distribuzione (fresco, confezionato, sfuso, congelato, surgelato, ecc.). Prendendo atto che gli agricoltori è gente forte con la pelle dura, abituati da sempre far fronte ad eventi non controllabili nelle loro “industrie a cielo aperto”, UNI.CO. ® Università Contadina confida che anche questa volta loro sappiano venirne fuori, continuando a garantire il buono che troviamo nelle nostre tavole.