Usc. Il commercio non ce la fa più
I cittadini hanno paura del futuro e hanno cambiato comportamento di spesa, con riflessi sui consumi tipici della recessione. La crisi del sistema bancario e il blocco dei pagamenti di Asset hanno aggiunto peso all’attuale momento negativo e molte attività hanno dovuto far fronte alle morosità conseguenti.
Noi Commercianti non riusciremo più a pagare le imposte, la monofase, i contributi e gli stipendi ai nostri dipendenti. Noi Commercianti, che abbiamo sostenuto il Bilancio con il gettito monofase anche nel periodo più critico della crisi economica, ora non ce la facciamo più.
È arrivato il momento di dire “basta”. Non abbiamo più certezze, è a rischio il presente delle nostre attività e delle nostre famiglie. Le promesse per il futuro non portano sollievo a chi è in difficoltà oggi: quanti fra noi Commercianti arriveranno a quel futuro?
Le parole non sono più sufficienti: abbiamo bisogno di concretezza per sperare e non abbandonare le armi. La situazione richiede interventi immediati, concreti e finalizzati a far ripartire subito l'economia.
Il nostro è un appello, non sono chiacchiere. Invitiamo i nostri governanti a trascorrere del tempo nelle nostre attività per toccare con mano la realtà e lasciare andare i ricordi di un commercio che non esiste più.