UCS: incontro su Sistema Previdenziale fra Governo, Ass. Consumatori, Sindacati
Pur capendo che la riforma del sistema pensionistico è un argomento che va affrontato, UCS ritiene che non possa prescindere da una progressività del cambio della norma nella ricaduta sui pensionati a livello economico che altrimenti porterebbe ad una ulteriore recessione economica.
Abbassando il potere di acquisto dei pensionati e delle loro famiglie si innesca un blocco delle vendite che andrebbe ad abbassare fortemente le imposte indirette da esse generate.
Per poter fare una riforma giusta si deve bilanciare il costo della vita e la fruizione dei servizi erogati dallo Stato che devono essere ottimali e snelli.
Non si può pensare di intervenire pesantemente sulle pensioni, senza capire che le dinamiche che ricadono nel quotidiano del consumatore, in questo caso pensionato, devono essere gestite sinergicamente, bilanciando un minor potere d’acquisto con un welfare-state appropriato che può essere salvato ed implementato solo a seguito di uno sviluppo e di una crescita economica che possa ridare credibilità e stabilità al sistema.
Con la variazione dell’aliquota dal 20% al 7% di abbattimento forfettario inserito in Finanziaria i pensionati che vivono sul nostro territorio hanno già subito una perdita del potere d’acquisto delle pensioni, con questa bozza di riforma le pensioni fra contributo di solidarietà e abbassamenti percentuali farà calare un ulteriore macigno sulla dignità di chi ha lavorato per gran parte della sua vita e si troverà a dover ricalibrare al ribasso il proprio tenore di vita per errori non propri.
Bisogna valutare quantitativamente come le risorse economiche acquisite dai pensionati, vengono impiegate per le esigenze degli stessi e delle proprie famiglie, spesso per aiutare anche figli e/o nipoti e fare le dovute proiezioni per non incidere oltremisura sul potere di acquisto e sulla fonte di sostentamento.
Ci sono ad esempio i cosiddetti consumi “incomprimibili”, vale a dire quei consumi che la famiglia non può evitare a meno di intaccare pesantemente le proprie condizioni di vita.
Sul tema fondamentale del sistema previdenziale, UCS ritiene che i pensionati sono spesso un aiuto fondamentale anche di fronte alle difficoltà economiche del nucleo familiare.
In questa norma non sono contemplati i lavori usuranti e le donne ed al contempo chiede a chi inizia a lavorare fino a un max di 35 anni di lasciare” sul campo” metà TFR da mettere nel II° pilastro.
Nelle banche ci sono 507 milioni di risparmi previdenziali e se non si innesca un piano per ridare slancio e per invertire la percezione nella popolazione di un sistema bancario debole che in questi anni ha assorbito enormi risorse dal Bilancio dello Stato, diventa difficile chiedere alla popolazione ulteriori sforzi.
La fruizione dei servizi primari, come ad esempio i tempi di attesa di visite mediche, il funzionamento non ottimale del nuovo servizio informatico che fa girare le persone in macchina più volte per il reperimento di documenti, la non tenuta in decoro delle aree verdi o del manto stradale, per citare solo alcuni esempi, sicuramente non creano quel bilanciamento che serve per poter attuare in maniera corretta un eventuale riduzione della somma erogata con la pensione.
La questione pensioni comprende direttamente o indirettamente numerosi aspetti che devono essere affrontati in maniera non scollegata.
Chiediamo quindi al Governo di agire cercando la massima condivisione con chi parla tutti i giorni direttamente con la cittadinanza cercando tutti assieme il giusto bilanciamento e le giuste tempistiche per non creare norme frettolose che potrebbero portare ad un ulteriore recesso economico il paese.
Comunicato stampa
Unione Sammarinese Consumatori