Usc: tutto cambia per non cambiare mai!
E’ di questi giorni la visita del Fondo Monetario Internazionale, all’incontro sono state invitate, per quanto riguarda le parti sociali, solo ANIS e CSU. Ci si aspettava di essere convocati dato che , i temi trattati, erano di rilevante importanza per il Paese. Quando fa comodo veniamo definiti come “l’ossatura del sistema”, mentre, in questo caso la considerazione è stata quanto meno inesistente.
La domanda nasce spontanea: cos’è cambiato dall’inizio di questa legislatura rispetto alle legislature precedenti? Assolutamente nulla !!
Per dovere di cronaca, si rammenta, che questi atteggiamenti non sono nuovi dato che, anche in passato, si sono verificate le medesime situazioni.
Continuiamo ad attendere il famigerato cambio di atteggiamento nella profonda convinzione che tutto l’insieme delle parti sociali SONO “l’ossatura del Paese” e non solo alcune di esse.
Nel frattempo ci ritroveremo a dover corrispondere l’ennesima patrimoniale, tassa speciale sul reddito (minimun tax) e quanto altro ancora esattamente come prima, inoltre, si parla di introduzione del sistema iva, quando ancora non si è sviluppata l’abilità nel dare risposte concrete, certe e inequivocabili sulle enormi lacune prodotte dal sistema monofase in vigore da decenni. L’esempio sono i milioni di Euro di crediti che vanta lo Stato, tutt’ora non si riesce a capire come si sono prodotti e quale possibilità ci sia per poterli recuperare. Che sia il caso di capire prima cosa c’è da correggere invece di pensare a nuove introduzioni di “sistemi”?
Questo governo sostiene il polo della moda come il precedente, speriamo che non sia come la gestione della Monofase degli ultimi decenni!
Vivremo sempre sperando di cavarcela anche stavolta e magari sulle spalle della collettività!
A questo punto, chi legge, potrebbe chiedersi: magari sono intervenuti sullo sviluppo e sulle infrastrutture e si saranno accorti che le piccole imprese stentano a stare in piedi? …Macché……!! uguali uguali ai precedenti.
Molte persone hanno votato augurandosi un cambiamento, ma come noi, resteranno profondamente deluse, non si vede nemmeno un barlume di quella luce che speravamo di scorgere.
Siamo molto amareggiati come può esserlo solo chi aveva delle aspettative, forse pecchiamo di un pizzico d’ingenuità, ma il beneficio del dubbio lo si da a chiunque.
Ecco che torna la famigerata legge sulla rappresentatività, l’abbiamo tanto osteggiata e come la riforma tributaria, resta uno dei crucci irrisolti per il nostro Paese, quindi, tutto cambia per restare tale e quale con la differenza che siamo un po’ più vecchi di prima, un po’ meno ingenui e con molta meno fiducia.
Ci sarebbe piaciuto essere a quel tavolo per invitare a una riflessione: chi e cosa contribuisce a sostenere tutte le “spese” dello Stato?
Forse, un giorno, si potrà smettere di dire che “tutto cambia per non cambiare mai”.