Il segnale di allarme era già stato lanciato lo scorso Settembre, quando denunciammo l’ammissione del fallimento della politica economica posta in essere negli ultimi anni, scritta implicitamente nei dati impietosi messi nero su bianco all’interno del Programma Economico 2016.
Ora la conferma arriva dalla Finanziaria 2016: un progetto di legge totalmente privo di misure strutturali e di idee innovative e lungimiranti per cercare di avviare un processo di sviluppo Paese che stenta a partire, con un conseguente perdurare dell’emorragia dei posti di lavoro e di chiusura delle attività economiche.
Al di là del dietrofront sull’indennità di malattia, non si registrano interventi decisivi e siamo convinti che, se il Governo avesse avviato tempestivamente un vero confronto con le parti sociali, il progetto di legge sarebbe stato più incisivo, raccogliendo osservazioni e molteplici spunti di riflessione.
Invece di attuare soluzioni innovative, si percorrono strade i cui effetti negativi si sono già ampiamente manifestati in altre parti del mondo, tra cui l’appesantimento del debito dello Stato, che verrà aggravato da ben 102 milioni di titoli obbligazionari.
Se valutiamo anche la situazione di forte sofferenza in cui versa il Fondo Pensioni, considerato pericolosamente come l’ultima “spiaggia” da cui reperire risorse, questa finanziaria conferma una ormai consueta e deleteria gestione emergenziale del Paese che ha caratterizzato questi ultimi anni.
L’ennesima occasione persa per gettare basi fondate sulla professionalizzazione, sulle competenze e su principi meritocratici: criteri necessari ed imprescindibili per potersi rendere attrattivi almeno quanto i sistemi economico-produttivi dei paesi maggiormente evoluti e che offrono, di conseguenza, una piena occupazione di qualità.
La Segreteria USL
Ora la conferma arriva dalla Finanziaria 2016: un progetto di legge totalmente privo di misure strutturali e di idee innovative e lungimiranti per cercare di avviare un processo di sviluppo Paese che stenta a partire, con un conseguente perdurare dell’emorragia dei posti di lavoro e di chiusura delle attività economiche.
Al di là del dietrofront sull’indennità di malattia, non si registrano interventi decisivi e siamo convinti che, se il Governo avesse avviato tempestivamente un vero confronto con le parti sociali, il progetto di legge sarebbe stato più incisivo, raccogliendo osservazioni e molteplici spunti di riflessione.
Invece di attuare soluzioni innovative, si percorrono strade i cui effetti negativi si sono già ampiamente manifestati in altre parti del mondo, tra cui l’appesantimento del debito dello Stato, che verrà aggravato da ben 102 milioni di titoli obbligazionari.
Se valutiamo anche la situazione di forte sofferenza in cui versa il Fondo Pensioni, considerato pericolosamente come l’ultima “spiaggia” da cui reperire risorse, questa finanziaria conferma una ormai consueta e deleteria gestione emergenziale del Paese che ha caratterizzato questi ultimi anni.
L’ennesima occasione persa per gettare basi fondate sulla professionalizzazione, sulle competenze e su principi meritocratici: criteri necessari ed imprescindibili per potersi rendere attrattivi almeno quanto i sistemi economico-produttivi dei paesi maggiormente evoluti e che offrono, di conseguenza, una piena occupazione di qualità.
La Segreteria USL
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