L’Unione Sammarinese dei Lavoratori esprime un giudizio positivo sull’incontro che il Comitato Amministratore di Fondiss ha promosso lo scorso lunedì con tutte le parti sociali che contribuiscono economicamente all’incremento del fondo che dovrà garantire la pensione integrativa ai lavoratori sammarinesi.
E’ stata l’occasione per ribadire con forza la necessità di un maggiore peso delle forze sociali nella gestione del Fondo che esse sole contribuiscono ad alimentare e nel quale le loro rappresentanze “contano” in totale due voti rispetto ai tre attribuiti alla componente espressa dai partiti politici; sino a richiedere una incisiva modifica normativa che escluda i partiti dalle scelte gestionali di Fondiss, attribuendole solo alle rappresentanze di “chi ci mette i soldi”.
Richieste riproposte il giorno successivo nell’incontro con il Governo.
La “Politica” dovrebbe infatti limitarsi ad un controllo rigoroso dell’operato di una governance di esclusiva matrice “economico-sociale”, magari con un collegio sindacale ad hoc e non “a scavalco” con quello dell’ISS, come avviene oggi.
E se sino ad ora il Comitato Amministratore ha gestito i contributi con la dovuta prudenza limitandosi a depositarli prima negli istituti bancari sammarinesi poi, di fronte alle incertezze del sistema bancario, in un deposito fruttifero a termine presso la Banca Centrale, è ora il momento di un maggiore impegno per disegnare un piano di investimenti che garantiscano i contributi lavoratori ed al contempo contribuiscano allo sviluppo del Paese.
Come è stato illustrato nel corso dell’incontro, ad oggi non è stato ancora pienamente dato corso alla politica di investimenti espressamente prevista dalla legge istitutiva della previdenza complementare obbligatoria sammarinese, sia sul versante della funzione sociale di Fondiss “quale Fondo per la non autosufficienza in favore degli iscritti”, sia “per investimenti finalizzati allo sviluppo economico/sociale sammarinese”.
Politica di investimenti che il Comitato Amministratore di Fondiss potrà attentamente mettere a fuoco nel corso del prossimo semestre, in attesa di rientrare nella piena disponibilità, dal prossimo 1° luglio, delle somme attualmente depositate [e non investite] su un apposito conto fruttifero presso Banca Centrale, che in tal senso ha fornito esplicite assicurazioni con una nota diramata l’altro ieri.
Si tratterà, pertanto, di valutare la compatibilità tra la garanzia di rendite proporzionali al capitale versato da ciascun lavoratore con soluzioni atte a sostenere l’economia del Paese.
Il lungo dibattito che sta appassionando il Paese ha messo in luce che il sistema bancario sammarinese si è retto per la massima parte sui contributi previdenziali dei lavoratori che, però, non ne hanno tratto alcun beneficio diretto.
Occorre, pertanto, prevedere che l’eventuale futuro sostegno al sistema bancario veda concreti benefici per i lavoratori-investitori che debbono vedere loro rappresentanze all’interno della governance dei singoli istituti bancari.
Potrebbero anche essere valutate, come detto, possibilità di investimento a sostegno dell’economia locale, in special mondo per progetti destinati alle piccole / medie imprese che sono non solo l’asse portante del sistema economico, creando così anche occupazione, ma le cui contribuzioni previdenziali sono sicuramente fondamentali; ma neppure escludendo sostegni all’autoimprenditorialità soprattutto laddove “costretta” da licenziamenti.
comunicato stampa
E’ stata l’occasione per ribadire con forza la necessità di un maggiore peso delle forze sociali nella gestione del Fondo che esse sole contribuiscono ad alimentare e nel quale le loro rappresentanze “contano” in totale due voti rispetto ai tre attribuiti alla componente espressa dai partiti politici; sino a richiedere una incisiva modifica normativa che escluda i partiti dalle scelte gestionali di Fondiss, attribuendole solo alle rappresentanze di “chi ci mette i soldi”.
Richieste riproposte il giorno successivo nell’incontro con il Governo.
La “Politica” dovrebbe infatti limitarsi ad un controllo rigoroso dell’operato di una governance di esclusiva matrice “economico-sociale”, magari con un collegio sindacale ad hoc e non “a scavalco” con quello dell’ISS, come avviene oggi.
E se sino ad ora il Comitato Amministratore ha gestito i contributi con la dovuta prudenza limitandosi a depositarli prima negli istituti bancari sammarinesi poi, di fronte alle incertezze del sistema bancario, in un deposito fruttifero a termine presso la Banca Centrale, è ora il momento di un maggiore impegno per disegnare un piano di investimenti che garantiscano i contributi lavoratori ed al contempo contribuiscano allo sviluppo del Paese.
Come è stato illustrato nel corso dell’incontro, ad oggi non è stato ancora pienamente dato corso alla politica di investimenti espressamente prevista dalla legge istitutiva della previdenza complementare obbligatoria sammarinese, sia sul versante della funzione sociale di Fondiss “quale Fondo per la non autosufficienza in favore degli iscritti”, sia “per investimenti finalizzati allo sviluppo economico/sociale sammarinese”.
Politica di investimenti che il Comitato Amministratore di Fondiss potrà attentamente mettere a fuoco nel corso del prossimo semestre, in attesa di rientrare nella piena disponibilità, dal prossimo 1° luglio, delle somme attualmente depositate [e non investite] su un apposito conto fruttifero presso Banca Centrale, che in tal senso ha fornito esplicite assicurazioni con una nota diramata l’altro ieri.
Si tratterà, pertanto, di valutare la compatibilità tra la garanzia di rendite proporzionali al capitale versato da ciascun lavoratore con soluzioni atte a sostenere l’economia del Paese.
Il lungo dibattito che sta appassionando il Paese ha messo in luce che il sistema bancario sammarinese si è retto per la massima parte sui contributi previdenziali dei lavoratori che, però, non ne hanno tratto alcun beneficio diretto.
Occorre, pertanto, prevedere che l’eventuale futuro sostegno al sistema bancario veda concreti benefici per i lavoratori-investitori che debbono vedere loro rappresentanze all’interno della governance dei singoli istituti bancari.
Potrebbero anche essere valutate, come detto, possibilità di investimento a sostegno dell’economia locale, in special mondo per progetti destinati alle piccole / medie imprese che sono non solo l’asse portante del sistema economico, creando così anche occupazione, ma le cui contribuzioni previdenziali sono sicuramente fondamentali; ma neppure escludendo sostegni all’autoimprenditorialità soprattutto laddove “costretta” da licenziamenti.
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