Usl. Riapertura delle scuole: occorre lavorare per garantire il prossimo anno scolastico in sicurezza
Come è noto, la situazione di emergenza sanitaria ha costretto la scuola a rivedere le modalità di insegnamento, facendo ricorso a una didattica a distanza organizzata in maniera rapida e imprevedibile, fra compiti assegnati e piattaforme su cui collegarsi. Dimostrando un doveroso attaccamento agli allievi e alla propria professione gli insegnanti non hanno perso tempo ma si sono immediatamente attivati a garantire, come possibile, il proseguimento a distanza della didattica. La didattica digitale è una risorsa ma ovviamente non si può fare tutto on-line; l'insegnamento a distanza, in realtà, ha vari limiti e criticità. La scuola non tratta con pratiche ma con persone; tra l’altro per la maggior parte minori ed in una fase molto delicata del loro sviluppo. Per i più piccoli è stato complicato seguire una video-lezione; a casa si distraggono e si annoiano; ce la mettono tutta, ma hanno bisogno di un genitore seduto al loro fianco. Da parte loro le famiglie si sono trovate in condizioni difficili: ai problemi del periodo COVID-19 si è aggiunta, oltre alla difficoltà tecnologica, quella di gestire i propri bambini pur continuando a lavorare da casa. Mai come oggi occorre comprendere il valore della scuola e dello stare a scuola; il valore di un rapporto diretto e costante, che si configura nelle relazioni con gli amici e gli insegnanti/educatori, elementi umani ed umanistici che sono insostituibili per connotare il processo di insegnamento-apprendimento. L'emergenza si è fronteggiata, ma ora bisogna preoccuparsi di preparare le aule, reperire i presidi, riformulare e ripensare agli spazi delle scuole, per riaprire tutte (e ribadiamo tutte) le diverse realtà in vista del prossimo anno scolastico. “Per questo occorre aprire un confronto immediato con le parti sociali e gli operatori del settore, per programmare il nuovo anno scolastico in sicurezza, in tempo utile e non arrivare alla vigilia dell’apertura con troppe incognite.” Commenta il Segretario FPI USL Mattia Marzi. Lo si deve ai ragazzi che devono completare il loro percorso scolastico, alle famiglie che chiedono normalità, lo si deve anche al personale docente e non docente che hanno il diritto di conoscere come si dovrà svolgere la propria prestazione lavorativa nel prossimo futuro, lo si deve soprattutto al Paese che sta vivendo uno dei momenti più difficili della storia.