Usl: riduzione dell'orario di lavoro mantenendo invariato il salario, con il giusto supporto legislativo, questo obiettivo è realizzabile
La riduzione dell'orario di lavoro mantenendo invariato il salario è un tema che sta guadagnando sempre più attenzione e potrebbe diventare un obiettivo centrale nelle negoziazioni sindacali. Immaginiamo un mondo in cui si lavorano meno ore ma continuiamo a guadagnare lo stesso stipendio. Questa idea, che potrebbe sembrare utopistica, ha in realtà numerosi vantaggi concreti. Innanzitutto diversi studi hanno dimostrato che lavorare meno può effettivamente aumentare la produttività. Lavoratori meno stressati e più riposati tendono a essere più efficienti, più creativi e a commettere meno errori. Quando siamo ben riposati, lavoriamo meglio e più velocemente. Poi, c'è il miglioramento della qualità della vita. Avere più tempo libero significa poter dedicare più tempo alla famiglia, agli amici, agli hobby e al riposo. Non si tratta solo di lavorare meno, ma di vivere meglio. La riduzione dell'orario di lavoro potrebbe anche contribuire a ridurre la disoccupazione, perché distribuisce le ore lavorative in modo più equo tra la popolazione. Tuttavia, come USL non possiamo ignorare le sfide. Le aziende potrebbero preoccuparsi per i costi aggiuntivi necessari a mantenere la stessa produttività con meno ore di lavoro per dipendente. Inoltre, riorganizzare i processi aziendali per adattarsi a questo nuovo modello richiede tempo e sforzi. E, naturalmente, ci potrebbe essere resistenza al cambiamento, specialmente in settori dove il numero di ore lavorate è visto come un indicatore di produttività. “Ecco dove, a nostro parere, afferma il Segretario Generale USL Francesca Busignani, entra in gioco una legge di sostegno, visto che oltretutto nella Legge n. 194 del 2023 all’art. 26 è contemplata la seguente delega “È dato mandato al Congresso di Stato di avviare il tavolo tripartito ... in particolare in riferimento alla riduzione dell’orario settimanale e di detassazione del welfare aziendale”. Il Governo potrebbe offrire incentivi fiscali o aiuti alle imprese che adottano la riduzione dell'orario di la- voro a parità di stipendio, alleviando così il peso economico iniziale. Una normativa chiara potrebbe stabilire le regole del gioco, definendo come e quando ridurre l'orario di lavoro. Inoltre, misure di supporto per la formazione e l'adattamento dei lavoratori e delle aziende potrebbero facilitare la transizione verso questo nuovo modello di lavoro. In definitiva, ridurre l'orario di lavoro, a parità di salario, potrebbe rappresentare un enorme passo avanti per migliorare la vita dei lavoratori. Con il giusto supporto legislativo, continua l’SG USL Francesca Busignani, l'impegno dei sindacati e delle associazioni datoriali, questo obiettivo non solo è realizzabile, ma potrebbe anche portare a un futuro dove si lavora meno e si vive meglio”.
c.s. Unione Sammarinese Lavoratori - USL
[Banner_Google_ADS]