USL: sulla disabilità, in assenza di una nuova normativa, occorre far funzionare quella in vigore
Da anni si dibatte e come USL chiediamo una nuova regolamentazione a tutela della disabilità, che possa essere più attenta alla tematica, mentre purtroppo registriamo che persistono carenze sulla vecchia normativa; infatti, l’investimento pubblico sull’inclusione lavorativa al punto c) dell’art. 11 della Legge n. 71 del 1991, ad oggi risulterebbe inapplicato. Suddetto articolo riporta alla lettera c) “di un concorso a fondo perduto, da determinarsi attraverso specifici accordi e comunque non inferiore al 50%, previa perizia da parte degli organi competenti, delle spese incontrate per eventuali adattamenti di strutture ed apparecchiature per l'inserimento lavorativo a norma della presente legge”. Sono trascorsi oltre trent’anni dall’emanazione di quella Legge, ma da una ricognizione su questo specifico punto, non risulterebbe ancora attiva la sua applicazione. Inoltre, si parla di specifici ac- cordi di cui non si è mai avuto notizia. Operativamente in oltre 30 anni, su questo punto dell’art. 11, ad oggi solo sulla carta, non emergono buone notizie. “In un Paese dove è spesso un tabù dichiarare una disabilità per un’ assunzione - ha detto il Segre- tario della Federazione Industria e Artigianato Daniele Tomasetti - se la legge non interviene, quale grado di tutela offriamo a chi è fragile?” Purtroppo, le persone con disabilità continuano ad avere un accesso limitato al mondo del lavoro, in Italia i dati ISTAT dicono che solo 1 persona con disabilità su 3 ha un contratto di lavoro. La dichiarazione introduttiva dell’Agenda 2030 assimila il credo “Leave no one behind”, “non lascia- re indietro nessuno”, speriamo che anche la Rep. di San Marino si impegni in questo apprezzabile auspicio.
Unione Sammarinese Lavoratori (USL)
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