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Valentini. Per una visione unitaria che porti autorevolezza alla politica e fiducia nei cittadini

27 gen 2025
Pasquale Valentini. Immagine di repertorio
Pasquale Valentini. Immagine di repertorio

Dalla mole di tutta l'attività consiliare e di governo di questo primo mese del 2025 e dalle controverse valutazioni che le varie forze politiche, di maggioranza e di opposizione, rendono pubbliche, sono sollecitato a fare alcune considerazioni, a mio avviso necessarie, per cercare insieme di guardare ai punti chiave del percorso che il nostro paese deve compiere. Nella miriade di interventi, proposti e approvati, tre in particolare mi sembrano fondamentali per aiutarci a definire la direzione di marcia di questo momento: 1) la legge qualificata che istituisce la Commissione Speciale per le Riforme Istituzionali; 2) il progetto di valutazione dell'azione amministrativo-gestionale della Dirigenza Pubblica; 3) l’istituzione di una Unità Organizzativa a supporto di imprese e cittadini nel percorso di Associazione all'Unione Europea. La prima osservazione che mi viene da porre è che questi interventi, nati in tempi e modalità diversi, sono tra loro profondamente collegati e dovrebbero, pertanto, rispondere ad una esigenza prioritaria: come rendere la macchina dello Stato adeguata ad affrontare in maniera proficua il passaggio dell'Accordo di Associazione mettendo così la Pubblica Amministrazione anche nelle condizioni di poter accompagnare imprese e cittadini nell’ affronto delle nuove condizioni che l'Accordo richiederà. Questo adeguamento della macchina dello Stato, tuttavia, non può prescindere dalla definizione chiara del rapporto fra Governo e Pubblica Amministrazione e del rapporto fra Consiglio Grande e Generale e Congresso di Stato. C'è necessità, cioè, di riportare le scelte di indirizzo politico all'interno del Consiglio Grande e Generale per dare a queste scelte quel carattere di stabilità che deve andare al di là del succedersi dei governi. C'è necessità, inoltre, di fare in modo che le indicazioni dell'esecutivo siano supportate da valutazioni tecniche che i preposti organismi dell'amministrazione, responsabilmente, siano chiamati a fornire. È questo l'elemento che può produrre autorevolezza, sia al Governo che all'Amministrazione e ridare fiducia nei cittadini. Tutto ciò porta sicuramente a valutare anche le performance dei Dirigenti Pubblici ma, ancor prima, dovrebbe comportare una valutazione sulle modalità per accedere alla dirigenza e, soprattutto, su quali percorsi di formazione per i ruoli dirigenziali abbiamo finora messo in atto. Mi sembra evidente che cambiare Dirigenti ogni volta che cambia il governo non corrisponda a qualificare il ruolo della dirigenza! Anche solo, dunque, volendo approfondire questi rilievi appena accennati, mi pare che risulti chiaro che questi interventi hanno bisogno di una visione unitaria, condivisa e approfondita, raggiungibile con un ampio coinvolgimento, sia sul piano politico, sia su quello culturale, con la preoccupazione che tale visione rispetti la natura del nostro impianto istituzionale, basato sulla complementarità dei vari poteri, dalla quale discendono la collegialità e l'autonomia. Mi auguro, nell'interesse comune, che si possa dare spazio a questi approfondimenti.

Pasquale Valentini

Membro della Direzione del PDCS





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