Verso un nuovo PRG, Francesca e Augusto Michelotti: "Con queste premesse forse è meglio di no"
Abbiamo gridato vergogna perché, a distanza di più di 23 anni dal varo dell’ultimo Piano Regolatore, una decisione così importante per il futuro e per lo sviluppo della nostra Repubblica, come l’istituzione di un Gruppo Tecnico quale concreto avvio delle procedure preliminari alla formulazione delle linee di indirizzo generale del nuovo PRG, è stata presa con un colpo di mano. Con un ordine del giorno concordato fra la maggioranza e due partiti di opposizione, testo di cui Sinistra Unita, Civico 10, Rete e i due consiglieri indipendenti di opposizione hanno potuto prendere visione solo mentre i proponenti lo stavano leggendo, peraltro in un comma minore dove sono previste solo le dichiarazioni di voto dei partiti e persino in assenza del Segretario di Stato competente.
Una decisione come questa, così impegnativa per il futuro del paese, si prende dopo un dibattito consiliare dove tutti i consiglieri possano prendere la parola, dopo una relazione circostanziata del Segretario di Stato al Territorio, dopo che il tema sia stato sviscerato ampiamente nei partiti e fra la gente, con una decisione che possa sintetizzare la complessità delle problematiche senza lasciare indietro obiettivi e raccomandazioni importanti.
Ci domandiamo poi perché si debba istituire allo scopo un fantomatico quanto inutile Gruppo Tecnico - oltretutto senza configurarne in maniera chiara la composizione, le competenze richieste, i poteri, le risorse umane ed economiche, i rapporti con la PA, fino a questioni non di poco conto come i tempi di lavoro e la sede operativa - quando, di solito, le operazioni per svolgere le indagini preliminari e proporre temi e informazioni per la successiva progettazione urbanistica possono essere svolte, come lavoro di routine, dal costituendo Ufficio di Pianificazione Territoriale previsto dalla recente riforma della PA. L’istituzione del Gruppo Tecnico è stata lasciata alla totale discrezionalità del Congresso di Stato. E intanto come obiettivi ai quali il Gruppo Tecnico dovrà attenersi, invece di volare alto, sono stati indicati sei laconici punti disarmanti per genericità e superficialità di cui il sesto, ovviamente “la tutela del diritto alla casa”, strizza furbescamente l’occhio ai componenti del comitato per il diritto alla casa: i veri vincitori di questa pessima partita giocata senza rispetto per le regole.
Ovviamente fra gli obiettivi contenuti nel testo dell’ordine del giorno licenziato non si parla di soluzioni per il dissesto idrogeologico, di un territorio che deve diventare culla di una nuova socialità, dello spinosissimo problema dell’eccesso di costruito (ben 8.000 unità immobiliari inutilizzate), dell’autosufficienza energetica, dello sviluppo dell’agroalimentare come modello economico e di tutela ambientale, del recupero e rivitalizzazione dei nostri Centri Storici e della loro riqualificazione, della valorizzazione dei nostri siti archeologici, della salute dei cittadini e di tutte quelle aspettative di vita e futuro migliori che un PRG sapiente e intelligente deve essere capace di rappresentare. Nulla. Il fantomatico Gruppo Tecnico avrà ben poco a cui ispirarsi e l’unica, amara lezione che traiamo da questa desolante cronaca è questa: siamo già in campagna elettorale e la piccola politica del consenso e del compromesso al ribasso è già fervidamente al lavoro.
Francesca e Augusto Michelotti
(Sinistra Unita)