In sedici mesi di questo governo abbiamo fatto un salto culturale all’indietro che ha dell’impressionante, una vera e propria capriola che ha riportato il Paese alle glorie malefiche della gestione della cosa pubblica alla vecchia maniera, di quando tutti coloro che erano dalla parte dei potenti e/o intrallazzati con i governanti stessi, compivano atti a dir poco imbarazzanti e molto remunerativi ai limiti della legalità quando non vere e proprie truffe commerciali e speravano che il sistema retto (oibò) dalla Democrazia Cristiana (mamma DC, come le piaceva e tuttora le piace farsi chiamare:), permettesse loro di farlo allegramente e nella più completa impunità. Quando stavamo meglio, chiosava qualcuno che auspicava il ritorno alle antiche vestigia in cui si sono gettate le basi dell’attuale disastro economico in cui versa il Paese anche perché una ingente quantità di risorse pubbliche, spesso e volentieri, finiva nelle capienti tasche dei politici più corrotti e di riflesso gli spiccioli nei borsellini dei portaborse e degli yes men di turno. Si è così generato un Paese furto-dipendente dai favoritismi di parte in cui la devastante mancanza di moralità di una parte dei cittadini ne è stata una diretta conseguenza in ossequio alle regole della “politica del consenso” dove i cittadini non sono tutti uguali in spregio alle più semplici regole dello Stato di Diritto mentre alcuni cittadini, anche oggi purtroppo, sono più uguali degli altri. “Do ut des” (io do una cosa a te e tu mi dai indietro un’altra cosa, solo che quello che ti do io non è propriamente mio ma di proprietà pubblica, cioè di tutti), tratto dal manuale di come non si dovrebbe governare. Un classico esempio di questo modo di governare invece si è consumato in questi giorni, infatti il 27 Aprile è stata presentata da alcuni Consiglieri di opposizione un’interrogazione in merito al mancato rinnovo del contratto di incarico del Direttore dell’AASLP ing. Matteo Casali in scadenza triennale; Casali è riconosciuto dai più come persona estremamente capace, competente e di integerrima moralità nonché abitualmente ligio ai regolamenti e alle leggi che regolano gli Uffici dello Stato. Nella richiesta dei Consiglieri di opposizione, si paventano alcune irregolarità nella gestione della decisione presa dal Congresso di Stato su riferimento del Segretario di Stato geom. Stefano Canti dopo alcune frequentazioni in alcuni Consigli di Amministrazione dell’AASLP (almeno così sembra emergere nell’interrogazione) in cui il geom. Canti avrebbe fatto richiesta di “…una deliberazione del CdA favorevole al mancato rinnovo del Direttore”, (vedi l’interpellanza). Come tutti sappiamo, le Aziende Autonome sono enti Autonomi e sono gestite tramite delibere del Consiglio di Amministrazione; sarebbe auspicabile che la politica e i rappresentanti di governo si tenessero lontani dai CdA delle Aziende Autonome per non condizionarne, in modo che può essere valutato con sospetto, l’operatività. Sembra che il geom. Canti, ogni tanto abbandoni ogni forma di educazione etica che imporrebbe una sua distanza di sicurezza dal suo ex posto di lavoro, adombrando forti sospetti di incompatibilità. Siamo tutti molto curiosi di conoscere le motivazioni che hanno spinto il Congresso di Stato a esprimersi contro il rinnovo del mandato (sembra all’unanimità, aspettiamo la risposta all’interrogazione per saperne di più) e il perché di tale decisione, considerando che, a quanto risulta, il direttore dell’AASLP ha rispettato ogni direttiva e raggiunto tutti gli obiettivi che gli erano stati richiesti come da contratto standard tra la PA e i dirigenti pubblici della PA e degli Enti Autonomi. Evidentemente corre l’urgenza di sostituire tutti i dirigenti non accondiscendenti a soddisfare alcune direttive politiche che a volte (anzi spesso) non sono previste nei programmi di gestione aziendale e chiamare a ricoprire tali incarichi persone più allineate e più disponibili a mettersi sugli attenti sbattendo i tacchi, sto parlando degli Yes Men o Yes Women di turno. Guai al governo che per poter governare ha bisogno avere le mani libere di fare e disfare a suo piacimento ed ha bisogno di questi personaggi e di questi espedienti realizzati sulla pelle di chi fino ad oggi ha lavorato con serietà e professionalità al servizio e nell’interesse esclusivo del Paese, perché qui si parla di “lavoro” ottenuto a suo tempo tramite bando di selezione pubblica, non di una estemporanea consulenza a tempo determinato; evidentemente comportarsi bene e secondo le regole non è funzionale ad un certo modo di governare e a certi politici che, almeno in questo caso, sembrano avere solo un sentimento di rivalsa verso chi, nel ruolo di Capo Ufficio si era permesso di dare una tiratina di orecchi verbale al geom. Stefano Canti per attestazioni “…in merito a gestioni poco diligenti di cantieri dallo stesso gestiti in merito al rispetto delle tempistiche e della spesa su capitoli di competenza dell’AASLP per la manutenzione ordinaria di edifici scolastici ed edifici pubblici.” (così recita l’interpellanza). La voglia di rivalsa, con il cambio dei ruoli (quello politico, se tanto mi dà tanto, senza gran merito né competenze invero), è evidente e questo denuncia ancor più l’incompatibilità del geom. Canti che non brilla certo per stile ed eleganza in quanto buona educazione vorrebbe un suo sganciamento da queste situazioni, chiaramente ambigue, delegandole eventualmente ad altri. Aspettando le opportune risposte all’interrogazione, sperando che cambi l’aria malefica che non è solo dovuta alla pandemia ma anche e soprattutto ai miasmi emessi dalla gestione politica di questo governo simile a quella che tanto male ha fatto al Paese in un recente passato, senza idee, senza progetti né programmazione, con violenza e approssimazione, navigando a vista in un mare sempre più agitato in cui tutti potremmo affogare per colpa di evidenti mancanze di competenze e di cultura di governo.
Augusto Michelotti