A Rimini il grido d'aiuto delle donne iraniane: "Abbiamo il diritto di vivere in libertà"
Manifestazione in Piazza Tre Martiri, mentre l'Iran annuncia tolleranza zero verso le proteste, in vista di nuove mobilitazioni dal 5 al 7 dicembre
E' la solidarietà al popolo iraniano il motore della manifestazione organizzata a Rimini dai Radicali, prendendo le mosse dall'iniziativa itinerante di + Europa “S-veliamo la libertà”. In piazza Tre Martiri forze politiche diverse ma un'unica voce, in difesa di giustizia e democrazia, diritti rivendicati dalla comunità iraniana ma inaccessibili nel loro paese. Da qui l'appello alla comunità internazionale e alle forze politiche, “affinché sostengano le richieste della comunità iraniane, in particolare la convocazione degli ambasciatori, il boicottaggio del nucleare iraniano e l'utilizzo dei rapporti economici per esercitare pressioni, affinché l'occidente ancora una volta non scelga la strada del cinismo e dell'indifferenza”, dichiara Filippo Vignali dei Radicali di Rimini.
Intervengono anche donne iraniane, parlano a nome di chi è rimasto in patria. Leggono i nomi di minorenni condannati a morte: “ Abbiamo il diritto – dicono - di vivere in libertà”. Grido lanciato proprio mentre l'Iran annuncia tolleranza zero verso le proteste, in vista di nuove mobilitazioni dal 5 al 7 dicembre, giornata nazionale degli studenti universitari. “Le forze di sicurezza, con tutta la loro forza e senza tolleranza, faranno fronte a ogni nuova rivolta, che finora è stata sostenuta dai servizi di intelligence stranieri", ha affermato il Consiglio di sicurezza iraniano. Intanto l'organo di informazione IranWire riferisce della demolizione dell'abitazione della famiglia della scalatrice Elnaz Rekabi: l'atleta – si ricorderà – aveva gareggiato senza velo a Seul, durante i Campionati asiatici di arrampicata sportiva, proprio quando le proteste anti-regime si stavano diffondendo in tutto l'Iran. Ed è notizia di queste ore che Parlamento e Consiglio Supremo della Rivoluzione Culturale si esprimeranno entro 15 giorni sulla questione dell'hijab obbligatorio. L'aver violato il codice di abbigliamento della Repubblica islamica è costato la vita alla 22enne Mahsa Amini. Era il 16 settembre. Da allora migliaia di donne sono scese in strada, togliendosi e bruciando il velo.
Nel servizio Filippo Vignali dei Radicali di Rimini
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