Afghanistan: attacco a Save The Children, 6 morti tra cui 3 dello staff. Neri, attività sospese, non chiuse, per capire le motivazioni
"Sospendere non significa chiudere - ci ha detto Valerio Neri, Direttore generale di Save the Children - dobbiamo capire le motivazioni dell'attacco prima di prendere una decisione dal momento che Save the children è presente dal 1976 e non vogliamo lasciare l'Afghanistan, dove abbiamo progetti in 13 province". Sulle motivazioni dell'attacco, dopo la rivendicazione dell'Isis, Neri può solo ipotizzare: "Portiamo a scuola le bimbe, che l'Isis vorrebbe lasciare nell'analfabetismo; aiutiamo la popolazione, quando lo stato islamico vorrebbe destabilizzazione".
"E' con profonda tristezza - scrive l'organizzazione - che confermiamo che tre membri dello staff di Save the Children sono stati uccisi nell’attacco di oggi alla nostra sede a Jalalabad, in Afghanistan. Tutto il resto dello staff che si trovava nella struttura è stato tratto in salvo, mentre in quattro sono rimasti feriti nel corso dell’attacco e stanno attualmente ricevendo cure mediche.
Condanniamo questo attacco nella maniera più dura possibile. Siamo sconvolti e inorriditi dalla violenza perpetrata contro il nostro staff in Afghanistan, composto da operatori umanitari impegnati a migliorare le vite e il benessere di milioni di bambini in tutto il Paese.
"In segno di cordoglio per i tre colleghi che hanno perso la vita, da oggi la homepage del sito di Save the Children Italia – www.savethechildren.it - diventa completamente nera. Anche su tutti gli account social dell’Organizzazione, il tradizionale logo rosso di Save the Children diventerà nero in segno di cordoglio".
Un attacco ritenuto 'un affronto a tutte le organizzazioni umanitarie, all'umanità' dall'Alto rappresentante Ue Federica Mogherini e dai commissari per le crisi umanitarie e allo Sviluppo, Christos Stylianides e Neven Mimica.