Anche la difesa Podeschi-Baruca chiede l'assoluzione: "Né prove del riciclaggio, né dell'associazione a delinquere"
Fu con il clamoroso arresto, il 23 giugno del 2014, dell'ex Segretario di Stato ed ex leader democristiano Claudio Podeschi e della sua compagna Biljana Baruca che salirono all'onore della cronaca le indagini della magistratura sammarinese scaturite nel maxi-processo “Conto Mazzini”. Dopo un anno di custodia cautelare in carcere, il rinvio a giudizio e l'inizio del processo oggi la prima parte dell'arringa del collegio difensivo dei due imputati. Sono entrambi accusati di riciclaggio, mentre per Podeschi c'è anche l'accusa di associazione a delinquere aggravata dal ruolo politico. I legali che li difendono si sono suddivisi il lavoro e oggi ha cominciato l'avvocato Stefano Pagliai che in circa 3 ore ha tentato di smontare il castello accusatorio, punto per punto. Ha esordito riconoscendo al giudice Gilberto Felici il merito di una positiva conduzione del delicato dibattimento processuale svoltosi in un clima prevalentemente sereno, poi è passato all'attacco. Questo – ha detto – è un processo di natura politica e si vogliono far pagare a 21 imputati, come capri espiatori, le pecche di un sistema e responsabilità che invece sono collettive.
L'avvocato Pagliai nel suo excursus ha affrontato ogni singolo capo di imputazione con letture diametralmente opposte a quelle dell'accusa e delle parti civili. In estrema sintesi ha sostenuto che non vi è alcuna prova che i milioni di euro transitati attraverso la fondazione per la promozione economica e finanziaria e altre società riconducibili ai due imputati fossero di provenienza illecita e quindi – è la tesi difensiva – non può esserci riciclaggio. Così come – secondo Pagliai – non ci sono le prove dell'associazione a delinquere. In sostanza per l'avvocato manca la cosiddetta “pistola fumante” e l'accusa si basa sul verosimile e non su ciò che è stato veramente provato. Pagliai ha chiesto l'assoluzione dei suoi assistiti poi ha passato il testimone della difesa Podeschi-Baruca all'avvocato Achille Campagna. Il legale, citando giurisprudenza d'appello, ha ricordato che, per essere provato, il reato di riciclaggio deve integrare il dolo ed anche la condotta insidiosa. Ha inoltre affermato che non è stata rispettata la presunzione di innocenza. Domattina l'ultimo atto dell'arringa difensiva per Podeschi e Baruca con le conclusioni dell'avvocato Massimiliano Annetta.