Ancona: sequestrato prezioso dipinto di Goya gestito da società con sede a San Marino

Ancona: sequestrato prezioso dipinto di Goya gestito da società con sede a San Marino.
Si tratta di un dipinto olio su tela di cm 100X138 raffigurante “Personaggio seduto, di famiglia spagnola decorato con croce cavaliere di Malta e accreditato presso la corte di Spagna”, attribuito a Francisco Goya. I Carabinieri del Nucleo Patrimonio Culturale di Ancona, hanno scoperto che il quadro è stato esportato
clandestinamente in Lussemburgo passando per la Repubblica di San Marino. Il dipinto in origine era di proprietà di una anziana signora di Ravenna ma nel 2007 venne da questa ceduto ad una società sammarinese, il cui amministratore delegato è un imprenditore cinquantottenne F.T. originario della Vallesina, per un importo di un milione di euro. Ed è proprio l’imprenditore che si è rivolto ai Carabinieri del TPC di Ancona per far controllare il dipinto in Banca dati al
fine di verificare che lo stesso non fosse provento di furto ciò allo scopo di porlo in vendita ad un prezzo notevolmente superiore a quanto la propria ditta lo aveva acquisito, dichiarando che il quadro era un bene ereditato dal padre e che non era mai stato in Italia ma sempre all’estero. I Carabinieri , tramite la banca dati del Comando Tutela Patrimonio Culturale, hanno verificato che in effetti
il quadro non risultava rubato , ma nel contempo accertavano che lo stesso era stato in Italia, infatti nel 1988 il dipinto venne sequestrato a Roma ove lo deteneva un Cardinale incaricato del restauro. Il sequestro era stato operato in seguito a una indagine per un omicidio di un soggetto contiguo a “cosa nostra". Per l’esportazione dall’Italia del quadro non era stata richiesta alcuna autorizzazione ai competenti uffici del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. In base a tali elementi raccolti i Carabinieri del TPC di Ancona chiedevano l’attivazione di una rogatoria internazionale mirante al sequestro e al rimpatrio del quadro in quanto esportato clandestinamente. Il sequestro avveniva all’interno di una banca del Lussemburgo. Successive indagini permettevano di scoprire che l'imprenditore anconetano attuale possessore del quadro , non era estraneo all’esportazione del bene. Ambedue i proprietari del quadro sono stati indagati per esportazione illecita di bene culturale.

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