Arrestato in Libia Giulio Lolli, "pirata" delle truffe Rimini Yacht

Quando è stato arrestato, l'ex patron di Rimini Yacht (divenuto nel frattempo  luogotenente delle forze speciali di sicurezza marittima del porto di Tripoli) si trovava a casa, a Tripoli, con la donna che ha sposato lo scorso maggio.
E' stata lei a chiedere aiuto all'ambasciata italiana, il giorno stesso, il 29 ottobre. La notizia trapela solo oggi e ancora non si conoscono le motivazioni del fermo dell'ex imprenditore nautico che già nel 2011 finì nelle prigioni libiche, da cui era stato liberato dalle milizie ribelli alle quali si era unito per poco tempo.  
Fino a quando il procuratore generale libico non spiegherà le motivazioni del fermo, sarà difficile capire se sia da escludere o meno la possibilità di quella estradizione che ai tempi la Libia negò.
Una richiesta attualmente attiva - fa notare il sostituto procuratore Davide Ercolani, che ha coordinato le indagini a carico dell'ex patron di Rimini Yacht e che ne aveva chiesto la cattura dopo la fuga in barca attraverso il mediterraneo.
Sul Titano Lolli è stato giudicato colpevole di truffa e falsità ideologica nel filone sammarinese dell'inchiesta che a Rimini procede, la prossima udienza sarà il 16 gennaio, per estorsione, associazione per delinquere, truffa e falso ideologico.
Un'inchiesta che coinvolse esponenti della Guardia di finanza e che arrivò a lambire indagini riguardanti la 'ndrangheta. L'ex re della nautica escluse, nel corso di una intervista che Gianmarco Morosini realizzò due anni fa, un suo ritorno in Italia per affrontare i processi a suo carico. Ma ora tutto può cambiare.
A questo punto sembra chiudersi un altro capitolo della vita dell'imprenditore bolognese, anche se il mistero dell'arresto apre al prossimo colpo di scena.
Il suo legale chiede chiarezza “non ho ricevuto comunicazioni in merito - ha detto Antonio Petroncini - non conosco i motivi di questo presunto arresto”. 

SB

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