Assolti in appello l'ex direttore Bcsm Giannini e i commissari Gemma e Carli
L’avvocato Giorgio Tamburrini, difensore di Gemma e Carli, si è detto soddisfatto dell’assoluzione degli imputati, non facendo mistero, tuttavia, “dell’amaro che lascia un’assoluzione arrivata a poco più di un mese dalla scomparsa del dottor Sergio Gemma, che – dichiara Tamburrini - ha vissuto l’intera vicenda come un’assoluta ingiustizia. E che, come dimostra l’esito del processo – conclude il legale - lo è stata”.
Tra le altre sentenze d'appello confermata invece in via definitiva la condanna di tre anni e due mesi al sammarinese Giuseppe Fantini, per reati legati agli stupefacenti: nel pomeriggio è stato tradotto in carcere. Il suo legale, Martina Mazza, si sta adoperando per richiedere una misura alternativa alla detenzione. Confermata, sempre nella sessione odierna della lettura delle sentenze d'appello, la condanna ad un anno di prigionia per il cesenate Giorgio Manuzzi, accusato per false fatture nel caso “Seven Eleven”.
l.s.
Il commento dello studio Gemma & Partners dopo l'assoluzione in appello di Giannini, Gemma e Carli.
È di oggi la notizia dell’assoluzione, con formula piena, di Mario Giannini, Sergio Gemma e Otello Carli per il caso del bonifico della Banca Commerciale Sammarinese da 1 milione e 184mila euro effettuato in regime di blocco dei pagamenti, denunziato dal sig. Paolo De Biagi.
Il Giudice delle Appellazioni, prof. David Brunelli, ha definitivamente chiuso una vicenda, durata anni, che ha coinvolto professionisti di elevato standing che, mai, sino ad allora avevano subito vicende giudiziarie e che erano stati condannati dal giudice Battaglino sulla base di mere congetture e apodissi che non hanno trovato alcun riscontro probatorio.
Si legge nella sentenza odierna, che esemplarmente ricostruisce il fatto dandone il corretto inquadramento giuridico, che: “... si trattò di una scelta ragionevole, siccome dettata da plausibili ragioni obiettive ... non si trattò di una deliberazione assunta per una univoca ragione di favoritismo indebito, facendo difetto irrimediabilmente la prova del dolo del contestato reato ...”.
Ha concluso il Giudice delle Appellazioni per l’assoluzione degli imputati perché “il fatto non costituisce reato”.
Giorgio Tamburrini, difensore di Gemma e Carli, si è detto soddisfatto dell’assoluzione degli imputati, seppur non facendo mistero dell’amaro che lascia un’assoluzione arrivata a poco più di un mese dalla scomparsa del Dott. Sergio Gemma, il quale ha vissuto l’intera vicenda come un’assoluta ingiustizia. E che, come dimostra l’esito del processo, lo è stata.
Lo stesso avvocato che durante l’arringa finale ha definito la sentenza di primo grado una “follia giuridica”, tale da aver influito sulla improvvisa morte del Dott. Gemma “...un tempo si parlava di crepacuore, oggi la scienza fornisce altre spiegazioni ma chissà...” nonché l’aggravamento delle condizioni fisiche del dott. Carli, già ampiamente debilitato dall’intero processo. E che oggi invita tutti ad una riflessione “prima di presentare esposti e di darvi seguito, come avvenuto nel caso di specie, sarebbe cosa buona e giusta verificare, quantomeno, la sussistenza dei presupposti penali del fatto contestato altrimenti si rischia di infliggere sofferenza ad esseri umani, come il Dottor SERGIO GEMMA, di specchiata moralità e di indubbie capacità”.
La recente storia processuale sammarinese, che vede in larga parte riformate le sentenze penali emesse in primo grado, perché pronunciate in spregio al giusto processo, dovrebbe indurre ad un’attenta riflessione sull’attuale amministrazione della giustizia e ad una auspicata riforma.