Attentato Manchester: si indaga su eventuali complici di Salman Abedi
Fiori, peluche, candele. A due giorni dalla strage, è andata in scena l'ormai consueta liturgia laica di cordoglio, già vista – in questi anni – da Parigi a Nizza, da Bruxelles a Berlino. Tutto ciò, ovviamente, non ha minimamente rallentato l'escalation terroristica dell'ISIS, che alla Manchester Arena ha messo nel mirino famiglie e giovanissimi. Tutte identificate le 22 vittime. Confermata, dalla polizia, l'identità dell'attentatore, rimasto ucciso dalla deflagrazione: è Salman Abedi, 22 anni, britannico, figlio di rifugiati libici. Recentemente sarebbe stato in Siria ed avrebbe dato prova di legami con il DAESH. Una storia che ricorda quella di altri terroristi che hanno colpito in Europa. Daniele Scalea, Vice Presidente Esecutivo dell'Istituto di Alti Studi in Geopolitica (IsAG), invita a porre attenzione sulle problematiche connesse all'integrazione delle seconde e terze generazioni di immigrati. Il Paese – intanto - resta in massima allerta, con i siti strategici di Londra sotto protezione militare. Arrestato – ieri - il fratello di Abedi, Ismail. Hashem - fratello minore - sarebbe invece stato fermato a Tripoli, così come il padre Ramadan. Secondo i servizi inglesi è possibile che l'ordigno fosse stato preparato da un complice, esperto di bombe. Compiuti, in mattinata, altri 3 arresti nella zona sud di Manchester.
Nel servizio l'analista geopolitico Daniele Scalea in collegamento telefonico
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