Attentato moschea Sinai: il bilancio delle vittime si aggrava ulteriormente

"Il Presidente al-Sisi aveva già anticipato al popolo egiziano che ci sarebbe stata una reazione di stampo terroristico alla deposizione del Governo dei Fratelli Musulmani". Così Sherif El Sebaie, egiziano, opinionista di Panorama. Una recrudescenza del terrorismo islamista, nel Paese, era insomma un fatto previsto. Ma la gravità della strage di ieri, alla moschea sufi, nel nord del Sinai, lascia comunque attoniti. 305 morti, di cui 27 bambini; 128 feriti. Questo l'ultimo bilancio. Al momento non sono giunte rivendicazioni; ma secondo la Procura egiziana, il commando di terroristi aveva vessilli dell'ISIS. Prevedibili, a questo punto, pesanti ricadute sull'industria del turismo del Paese. Ieri il Presidente al-Sisi, aveva annunciato – in un drammatico discorso televisivo alla nazione - una dura risposta a questa carneficina. Poco dopo, effettivamente, sono scattati i primi raid aerei contro i mezzi, e le postazioni, dei terroristi islamisti. Un rischio ulteriore, che si sta valutando da tempo, è che i miliziani del Daesh – ormai in rotta, in Siria ed Iraq – possano raggiungere il Sinai e la Libia.

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