BANCA CARIM: accuse di associazione per delinquere finalizzata al falso in bilancio per gli ex vertici
I fallimenti delle numerose imprese per effetto della crisi economica, con la conseguente impossibilità di onorare i debiti, avrebbero dovuto imporre una svalutazione dei crediti di Banca Carim, ma così non è avvenuto. Secondo le Fiamme Gialle l'utile di oltre 31 milioni di euro del 2009 sarebbe stato, in realtà, una perdita di 4milioni e 360mila euro. Peggio ancora nel 2010, quando l'utile dichiarato di 32 milioni e mezzo, sarebbe stato invece un disavanzo di 62milioni di euro. Di qui l'accusa di false comunicazioni sociali. Ma c'è di più. Per gli inquirenti ci sarebbe stato anche un utilizzo fraudolento del sistema di prenotazione per la cessioni delle azioni della Carim. Alla notizia del commissariamento alcuni azionisti avevano deciso di vendere le azioni prevedendo una perdita sul valore fissato di 21 euro. In quell'occasione Banca Carim avrebbe acquistato illegittimamente le proprie azioni ad un prezzo sovradimensionato, investendo oltre 10 milioni di euro, con la conseguente restituzione di conferimenti nei confronti di alcuni soci, quelli che avevano venduto le proprie azione all’Istituto stesso. Di qui l'ipotesi di reato di indebita restituzione di conferimenti. Reato contestato, per concorso, anche ai due Commissari Straordinari di Banca d'Italia che hanno retto le sorti della Banca dal 4 ottobre 2010.
Sergio Barducci