100.000 euro: è la ricompensa che andrà a chiunque fornisca informazioni che portino all'arresto di Anis Amri, ricercato numero uno - in Germania – dopo la strage di Berlino. Nei suoi confronti è stato emesso anche un mandato di cattura internazionale. Amri era sbarcato a Lampedusa nel 2011, e condannato a 4 anni di carcere per aver incendiato il centro profughi. Durante la detenzione si sarebbe radicalizzato. Nel 2015 l'arrivo in Germania, dove presenta domanda di asilo e diventa discepolo di Abu Walaa: considerato dai servizi uno dei principali referenti dell'ISIS. Nonostante questo – ed un robusto curriculum criminale -, non è stato fermato. Le sue impronte sarebbero state trovate sulla portiera del tir della morte. La polizia ha perquisito il centro profughi dove il nordafricano aveva domicilio. Blitz anche a Dortmund, ma gli arrestati sono stati subito rilasciati. Nel frattempo è stata ufficializzata la morte dell'italiana Fabrizia Di Lorenzo, nell'attentato; mentre a Berlino è stato riaperto il mercatino di Natale. Come a dire che la paura non deve prevalere. Un messaggio simile ad Aleppo, dove negli ultimi giorni sono stati evacuati circa 6000 combattenti con i loro familiari. Nella città, ormai sotto il pieno controllo del Governo, starebbero rientrando centinaia di migliaia di sfollati interni, e c'è voglia di ricominciare a vivere. Nel quartiere armeno, musulmani e cristiani hanno festeggiato – in piazza – l'accensione dell'albero di Natale. Scene di gioia perlopiù ignorate dai media occidentali, e che hanno suscitato la rabbia dei gruppi jihadisti: un ordigno pronto ad esplodere è stato disinnescato dalla polizia. Ha destato orrore, in tutto il Mondo, infine, il video nel quale un militante di al Nusra – il gruppo qaedista che più ha combattuto ad Aleppo Est – incita le due figlie di 8 anni ad immolarsi contro quelli che chiama infedeli. Una delle due bimbe si sarebbe poi fatta esplodere a Damasco in una stazione di polizia.
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