Blitz anti 'ndrangheta, le frequentazioni sammarinesi degli indagati
40 arrestati, 21 in carcere, 19 ai domiciliari, facenti parte di un'organizzazione criminale con base in Brianza, ma con forti addentellati anche all'estero, in Svizzera e a San Marino, che attraverso l'impiego di società di copertura che si avvalevano di intimidazioni e metodi tipicamente mafiosi, ha compiuto numerosi delitti, dal riciclaggio all'usura e alle estorsioni. Tra le vittime dell'usura anche il vice presidente esecutivo del Genoa e il dg della Spal. Il dato nuovo e preoccupante è la scoperta della compenetrazione tra mafia e impresa, l'intenso e disinvolto connubio tra forme evolute di associazioni mafiose e imprenditori calabresi e lombardi, pronti a fare affari illegali insieme come se niente fosse. E' la nuova mafia, scoperchiata dal blitz della Dda di Milano, che ha scoperto una vera e propria banca clandestina che muoveva centinaia e centinaia di milioni di euro. A capo, il presunto boss Giuseppe Pensabene, che in una intercettazione aveva detto che lui e il suo gruppo dovevano infiltrarsi “come i polipi, i tentacoli devono arrivare dappertutto, ci sono le condizioni per poterlo fare”. A San Marino operava Giuseppe Vinciguerra, che aveva intestato tutti i suoi beni a due società immobiliari, di cui una a San Marino, la S.B. Immobiliare amministrata da Arianna Annarella nella quale Vinciguerra figura come procuratore speciale. Ingenti capitali erano stati trasferiti da San Marino in Svizzera, nell'ordine di 500mila euro al mese. Vinciguerra, che aveva anche un conto corrente aperto in Repubblica, probabilmente intestato alla madre, è stato intercettato e così sono stati scoperti i suoi legami sammarinesi, in particolare con una persona non meglio identificata, la cui utenza cellulare è però intestata alla Tms spa. Un altro degli indagati, Maurizio Morabito, girava su una Bmw X6 targata San Marino. Per il capo squadra mobile di Milano non vi sono indagati sammarinesi, ma è probabile l'invio di una rogatoria.
Francesca Biliotti