Bologna: segregava la moglie, arrestato
La ragazza, portata in salvo, ha raccontato la sua storia ai militari, dicendo che è sua intenzione divorziare. Con il connazionale è sposata da circa un anno e mezzo e lo aveva raggiunto in Italia dove nel frattempo lui le aveva procurato un passaporto e aveva chiesto il ricongiungimento. In realtà è emerso poi che il nome della donna sul documento era lo stesso che aveva fatto l'afghano, A.M., quando alcuni anni fa era arrivato nella penisola la prima volta, dichiarando che era il nome della moglie. Su questo punto sono in corso accertamenti. La giovane ha spiegato che il matrimonio era stato combinato tra il marito e la sua famiglia e che lui l'ha sempre maltrattata e picchiata. Due settimane fa era dovuta andare al pronto soccorso per le botte, dicendo però di essersi procurata i lividi cadendo, per paura. Solo una volta - ha detto - era uscita con lui. Per il resto, la teneva sempre chiusa sempre a chiave in una casa della periferia, zona Corticella, mentre lui andava a lavorare in una pizzeria. La settimana scorsa, sorprendendola nel tentativo di uscire, per punirla le ha fatto bere mezzo bicchiere di detersivo. La ragazza, ovviamente, è stata male e ha vomitato. Venerdì è però riuscita a trovare le chiavi di riserva e dopo aver preso del denaro è scappata verso la stazione. Sempre secondo il suo racconto, una volta lì avrebbe ricevuto la telefonata del marito che dai rumori di sottofondo ha capito dove si trovava, ed è andato a 'riprendersela'. Nel portarla verso casa, l'ha colpita diverse volte e la scena è stata notata dall'ufficiale, fermo ad un semaforo in motorino. Ora la vicenda sarà approfondita dalla Procura per capire se quello di venerdì notte è stato un episodio o se invece ci sono riscontri al racconto della donna.