Botte al Parco Ausa, remissione di querela conclude processo a due neo maggiorenni

Gli amici avrebbero rischiato falsa testimonianza

Una festa in piena estate che finisce in ospedale prima e un anno e mezzo dopo in tribunale. Il fatto in sé non ha chissà quale rilevanza: due neomaggiorenni che per contendersi l'attenzione di una ragazza, dopo avere bevuto qualche bicchiere in più, vengono alle mani. Ma quello che è successo la notte tra 28 e 29 agosto 2021, durante una festa al Parco Ausa di Dogana, è diventato una occasione per riflettere sulla reale consapevolezza che i più giovani hanno delle conseguenze di un determinato comportamento. E non vale solo per i due imputati (uno doveva rispondere di lesioni personali per avere causato un trauma facciale con calci e pugni, l'altro di percosse) dal momento che il processo si è chiuso per remissione di querela, possibile dal momento che le ferite di uno dei due si sono rivelate guaribili in meno giorni rispetto a quanto refertato, ma anche per tutti gli altri amici, che oggi hanno affollato l'aula. Perché come ha sottolineato la Procura Fiscale, l’eventuale approfondimento delle circostanze avrebbe dovuto tenere conto di testimonianze tra loro completamente divergenti, e che avrebbero richiesto una verifica utile ad accertare la verità dei fatti. Se il processo fosse andato avanti dunque qualcuno di loro avrebbe rischiato la falsa testimonianza. Che è reato, ha ricordato. Il Commissario della Legge ha dichiarato il non doversi procedere ed ha così concluso un processo che gli stessi avvocati difensori si sono augurati sia monito per tutti.

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