Cadavere in trolley, interrogata la madre: "Non so perché l'ho fatto"
“Volevo portare via mia figlia con me in Russia, ma poi ho pensato che all'aeroporto avrebbero controllato la valigia e allora l'ho buttata in mare. Il perché non lo so”. Alla Polizia, e al PM Ercolani, non è riuscita a dare una spiegazione razionale alle sue azioni, Gulnara Laktionovoa: madre 48enne della giovane ritrovata in un trolley nel porto canale di Rimini. Nelle sue parole solo l'incubo di una madre disperata. Mentre Katerina, in un lungo mese di agonia, moriva di anoressia, Gulnara continuava ad accudire gli anziani delle famiglie italiane per cui lavorava, senza far trapelare nulla del proprio dramma. Poi, quando la ragazza è morta, il 10 marzo come ha detto agli inquirenti, la donna è rimasta a vegliarla per lungo tempo, continuando a dormirle al fianco senza realizzare fino in fondo che la figlia non ci fosse più. Solo il 18 marzo, giorno della partenza di Gulnara per Mosca, per la morte della propria madre, si è posto il problema del cadavere della figlia. Alcune telecamere di sorveglianza quel giorno la vedono recarsi in strada diverse volte a gettare via la spazzatura, segno che aveva ripulito casa; e poi la riprendono scendere con la valigia. Avrebbe fatto tutto da sola. Resta quindi l'unica indagata, per morte conseguente ai maltrattamenti e dispersione di cadavere. E' a piede libero e a disposizione di polizia e magistratura.
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