Caso Titoli: il vicedirettore Bcsm Bernardi ha spiegato la genesi del procedimento
Sentiti ex impiegati dell'Ufficio Soggetti Vigilati (SOVIG) di Bcsm: pareri contrari non tenuti in considerazione del coordinamento di vigilanza
L'udienza odierna è stata dedicata all'audizione di diversi testimoni che lavoravano in Banca Centrale nel 2017-2018, all'epoca di determinazioni assunte nei confronti di Banca Cis a Asset Banca. L'ultimo ad essere sentito, nel tardo pomeriggio, il vicedirettore di Banca Centrale Daniele Bernardi che, come capo del coordinamento di vigilanza, presentò l'esposto in tribunale, all'origine – insieme ad altri esposti - del processo in corso che annovera tra gli imputati il finanziere Francesco Confuorti, l'ex direttore e amministratore delegato di banca Cis Daniele Guidi, l'ex direttore generale di Banca Centrale Lorenzo Savorelli e altri nove imputati, tra cui ex membri del coordinamento di vigilanza. Daniele Bernardi ha riferito che subentrando come facente funzione al direttore Savorelli, dopo il suo licenziamento a fine agosto 2017, ha subito notato anomalie nell'operazione dei titoli Demeter. Sollecitò dunque una relazione a Filippo Siotto, della vigilanza, dalla quale risultò che erano titoli illiquidi e che l'operazione era la di fuori della prassi regolamentare. Bernardi chiese una relazione successiva, più dettagliata, all'internal audit che confermò, aggravandone i profili, quella precedente. Insistette quindi con l'allora presidente dimissionario di Banca Centrale Wafik Grais, affinché informasse urgentemente il Consiglio Direttivo della situazione, ma non ebbe ascolto e quindi decise, nella sua veste di capo del coordinamento di vigilanza, di presentare l'esposto. Durante l'udienza approfonditi anche altri due aspetti chiave del processo: l'erogazione, nel 2018, da parte di Banca Centrale a Banca Cis di liquidita per circa 15 milioni di euro, in cambio di pronti contro termine, garantiti da quote del fondo Odisseo; e la proposta di acquisto di Banca Cis, da parte di Ali Turki. Almeno due testimoni, che all'epoca lavoravano nell'ufficio soggetti vigilati di Banca Centrale, hanno riferito di avere espresso parere contrario, dopo accurate istruttorie, per entrambe le operazioni a cui il coordinamento di vigilanza, guidato all'epoca da Savorelli, aveva invece dato semaforo verde. In relazione ad Asset Banca una testimone ha affermato che, nel periodo in cui venne decisa la destituzione del presidente Stefano Ercolani e del direttore Barbara Tabarrini per questioni reputazionali, l'allora direttore di Banca Centrale Savorelli disse che per “il magistrato number one del tribunale” la rimozione era corretta.
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