Conto Mazzini: l'ex direttore Canuti e una cassiera sapevano che l'anagrafica era fittizia
Linda Zafferani, ex cassiera della Bcs, incalzata dalle domande degli avvocati su fatti avvenuti anche più di 10 anni fa, ha messo in fila una lunga serie di “non ricordo”. Ha tuttavia confermato che era sua l'annotazione, in uno dei libretti riconducibili all'anagrafica Giuseppe Mazzini, in cui dichiarava di non assumersi alcuna responsabilità su una specifica transazione, perchè riteneva quell'anagrafica, fittizia.
Anche Gilberto Canuti, direttore della Banca Commerciale Sammarinese dal 2001 al 2006, ha dichiarato di essersi accordo nel 2002 – un anno dopo l'attivazione – che quella anagrafica era fittizia. “Tutte le movimentazioni sui libretti al portatore, attribuibili all'anagrafica Mazzini, erano disposte – ha affermato Canuti – da Giuseppe Roberti”. Inizialmente, ha precisato, “Roberti mi disse che Mazzini era un barbiere di Coriano, poi ho pensato che si trattasse di libretti riconducibili alla sua famiglia e poi che invece fossero del Partito Democratico Cristiano”. “Su che basi?” gli ha chiesto l'avvocato di parte civile del Pdcs Gianna Burgagni: “Vedevo spesso dei politici intrattenersi con Roberti – ha risposto Canuti – ma francamente non so chi tra loro avesse operato su quei libretti”. L'avvocato di Roberti, Rossano Fabbri, ha chiesto al testimone che senso avesse aver creato l'anagrafica fittizia Mazzini, se poi chi movimentava le somme veniva comunque identificato. Canuti ha confermato che effettivamente, chi effettuava prelievi o versamenti, nonostante si trattasse di libretti al portatore, veniva identificato.
l.s.