Conto Mazzini, l'imprenditore Lucio Amati al contrattacco contro il tribunale
Dell'avviso di garanzia nulla sa, perché si trova in vacanza alle Canarie. Ma Lucio Amati, per il caso del conto Mazzini, era stato già ascoltato dal commissario Morsiani una ventina di giorni fa, e per 4 ore almeno. L'inchiesta è stata in parte dissecretata con la consegna degli avvisi di garanzia ai politici coinvolti, oltre ai due nomi già noti, ex funzionari della fu Banca Commerciale, Gilberto Canuti all'epoca direttore, e Giuseppe Roberti, ex responsabile antiriciclaggio, ma ora si allargherebbe anche alle modalità di acquisizione del Credito Sammarinese, sulle quali gli inquirenti vogliono vederci chiaro. “Non posso che ridere di fronte a tutto questo, lo trovo buffo – ci ha detto al telefono – Io vengo indagato perché ho pagato una banca in bianco, tutti gli altri che hanno comprato in nero non lo sono. E il tribunale cosa fa? - domanda, e rincara – questo è un attacco politico all'Upr, se no non mi spiego il motivo per cui negli ultimi vent'anni siano stati trovati solo due colpevoli, me e l'Upr”. Sull'indagine grava comunque l'incubo prescrizione: le movimentazioni contestate iniziano nel 2003 e vanno avanti almeno fino al 2008, dunque per alcune condotte la prescrizione potrebbe già essere nell'aria.
Francesca Biliotti