Conto Mazzini: il mistero dell'assegno di Banca Centrale per la presunta tangente
Resta il mistero, ad ora, su chi, tra i vertici di Banca Centrale, diede disposizioni per frazionare in due assegni un pagamento per l'acquisto dell'immobile di Via del Voltone. E' un aspetto importante perché secondo gli inquirenti l'importo di uno dei due assegni – quello da 600 mila euro – finì nei libretti al portatore del Conto Mazzini. In estrema sintesi, potrebbe trattarsi di una tangente. Oggi Daniele Ercolani - all'epoca dirigente della tesoreria di Bcsm - ha dichiarato di non ricordarsi chi fu ad ordinargli di frazionare il pagamento in due assegni, nonostante si trattasse di un importo elevatissimo. In precedenti testimonianze gli allora vertici di Banca Centrale – il Vicedirettore Daniele Bernardi e il Presidente Antonio Valentini – hanno negato di avere dato quella disposizione.
Tra le altre testimonianze odierne quella di Rosa Zafferani, nota per i suoi trascorsi politici. Ha descritto la fase che portò alla nascita dei Democratici di Centro nel 2007 precisando di non aver mai saputo di eventuali “affari” tra i politici coinvolti nel processo.
Nella prossima udienza del 22 marzo altre eventuali testimonianze e dal 4 aprile cominceranno gli interrogatori degli imputati disponibili a rendere dichiarazioni in aula. Ribadito, un po' da tutti, l'auspicio di arrivare al verdetto prima delle ferie giudiziarie che cominciano il 1° luglio ma, come ha osservato il giudice del dibattimento Gilberto Felici, è impossibile – allo stato – poterlo assicurare.
l.s.