Conto Mazzini: negato a Marcucci il dissequestro di 1.462.955 euro

Ancora un no per Gian Marco Marcucci che chiedeva alla magistratura di tornare in possesso delle somme sequestrate durante le indagini dell'inchiesta “Conto Mazzini”

Il giudice per la terza istanza penale Lamberto Emiliani ha respinto tutte le richieste di Gian Marco Marcucci, difeso dagli avvocati Gloria Giardi e Paolo Reffi.
Dichiarata legittima l'ordinanza del giudice di appello che aveva confermato il sequestro, fino alla concorrenza di 1.462.955 euro, deciso dagli inquirenti dell'inchiesta “Conto Mazzini”, a garanzia dell'eventuale futura confisca. Non ammesse, inoltre, le diverse richieste di legittimità costituzionale presentate dalla difesa dell'ex consigliere ed ex segretario di stato. “A fronte del complessivo ed esauriente corredo probatorio, le ingenti somme di cui disponeva Marcucci – scrive nella sentenza il giudice Emiliani – non possono invero considerarsi soltanto frutto dell'attività professionale o dell'investimento o del risparmio di sostanze proprie o dei propri familiari”.
L'ex politico, che era stato anche avvocato e notaio della Banca Commerciale Sammarinese e presidente del Cda della Bruper, società italiana della famiglia di Gian Luca Bruscoli, è nella lista delle 21 persone fisiche rinviate a giudizio dal pool guidato dal Commissario della legge Alberto Buriani lo scorso 12 maggio. É imputato per associazione a delinquere per aver ostacolato, secondo l'accusa, “l'individuazione dell'origine criminosa di fondi derivanti da attività illecite” come dazioni di imprenditori “in vista o a seguito di provvedimenti amministrativi favorevoli”, e sarà processato anche per il reato riciclaggio, riferibile ad atti compiuti a partire dal 2002 e proseguiti fino al 30 ottobre 2014. La difesa di Marcucci, interpellata in seguito alla sentenza di terza istanza, ha preferito non commentare.

luca salvatori

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