Conto Mazzini: Tribunale consegna gli avvisi di garanzia
L'indagine “Mazzini” ad un prima svolta: tutti indagati i politici coinvolti. “L'Informazione” e il “Corriere Romagna” hanno anticipato la notizia che in Tribunale avrebbero sfilato i politici. Sfilata avvenuta, per ricevere, dal commissario della legge Simon Luca Morsiani, delle comunicazioni giudiziarie, l'equivalente dell'avviso di garanzia. Il reato principale sul quale si indaga è la corruzione. In subordine, per qualcuno, si ipotizzano anche riciclaggio e ricettazione. Al centro, il conto intestato a “Giuseppe Mazzini” e suoi “figli”, aperto alla ex Banca commerciale, sul quale sarebbero transitati almeno 5 milioni, usato poi come bancomat dai vip del Titano, per motivi diversi. I primi a commentare sono gli esponenti Upr, Cesare Gasperoni, Giovanni Lonfernini, Gian Marco Marcucci, Pier Marino Menicucci: “Finalmente – scrivono in una nota – avremo occasione di fornire alla magistratura tutti i chiarimenti, dopo aver subìto una campagna mediatica che ha visto colpire gratuitamente la dignità e i diritti delle persone, per dimostrare, una volta per tutte, l'assoluto rispetto della nostra condotta alle leggi dello Stato”. Entro un paio di settimane tutti saranno chiamati in Tribunale, stavolta per essere ascoltati come indagati e non più come informati sui fatti. Alcuni di loro infatti, si erano presentati spontaneamente lo scorso dicembre, quando erano usciti i nomi, come Fiorenzo Stolfi del Psd, mentre Gian Marco Marcucci aveva chiesto di poter essere ascoltato ed aveva riferito in una nota di aver svolto solo prestazioni professionali, in virtù della sua attività legale e notarile. Prima chiamata invece per Ernesto Benedettini: “Mi sento abbastanza sereno e tranquillo – ci ha detto – ma non parlo prima dell'interrogatorio”. Altri indagati, Remo Giancecchi e Mirella Frisoni. Una parte del fascicolo, dunque, non è più secretata. Ne resta un'altra, e la rosa di nomi potrebbe dunque allargarsi.
Francesca Biliotti