Corte Europea: ammissibile il ricorso degli ex correntisti Cis
Concesso un termine fino al 6 marzo per una 'transazione' amichevole col Governo: in caso contrario il contenzioso procederà
Ammissibile il ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, presentato da 39 ex correntisti Cis. Chiedono di poter tornare in possesso dei depositi eccedenti i 100mila euro ed inferiori ai 300mila che, dopo il 'crack' della banca, sono prima stati trasformati in obbligazioni bancarie a 3 anni e poi congelati, a mezzo di due decreti delegati, in titoli di stato, per ulteriori 10 anni, che nel frattempo, avrebbero già perso il 36% del loro valore. Tutti difesi dall'avvocato Stefano Pagliai lamentano la violazione dell'Articolo 1, protocollo 1, della Convenzione Cedu.
Nel notificare l'ammissibilità del ricorso la prima sezione della Corte Europea ha concesso ai 39 ex correntisti e al Governo un termine, fino al prossimo 6 marzo, per tentare di trovare una soluzione amichevole, in assenza della quale il contenzioso procederà e le parti dovranno, innanzitutto, rispondere a due domande. In sintesi viene chiesto se i decreti del 2022 erano conformi ad una legge di rango adeguato alla convenzione Cedu e, in caso di risposta affermativa, se erano effettivamente nell'interesse generale o se invece c'è stato un onere eccessivo per il diritto di proprietà. “Siamo soddisfatti – commenta l'avvocato Stefano Pagliai - che la Corte abbia deciso di approfondire i nostri rilievi. Confidiamo che questo sviluppo possa favorire un tavolo di confronto con tutte le parti coinvolte per addivenire ad una soluzione condivisa, entro un termine ragionevole, anche perché non credo sia interesse di nessuno esacerbare gli animi”.
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