Criminalità: fermato il reggente della cosca emiliana
Le indagini del procuratore distrettuale Giuseppe Amato e dei pm Marco Mescolini e Beatrice Ronchi hanno consentito di trovare riscontri alle dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia e di valorizzare gli esiti di attività pregresse, facendo emergere il ruolo che sarebbe stato assunto dal fermato nel sodalizio criminale. Sono state dimostrate la gestione diretta dell'attività e del patrimonio illecito, la partecipazione alle riunioni tra gli esponenti della consorteria, durante le quali, secondo le indagini, erano pianificati i crimini della cosca e venivano prese le decisioni per mantenerla e rafforzarla.
Carmine Sarcone avrebbe avuto il ruolo di rappresentante dei fratelli detenuti, con compiti direttivi e di dirimere i contrasti interni alla struttura. Sono emersi inoltre continui scambi di informazioni tra esponenti detenuti e in libertà, attraverso colloqui in carcere. L'attività investigativa ha raccolto anche elementi indiziari su condotte di Sarcone durante il processo 'Aemilia' in corso davanti al tribunale di Reggio Emilia, per indottrinare e minacciare alcuni testimoni. I militari dei comandi provinciali di Modena, Piacenza e Crotone stanno eseguendo decine di perquisizioni in diverse province, per cercare armi nella disponibilità della cosca: cento i carabinieri impegnati, con unità cinofile.